Rio, si decide il futuro dell'ambiente

ll 20 giugno inizia in Brasile un vertice nel quale i "Grandi" discuteranno di inquinamento e di sfruttamento del pianeta. Tra le sfide, “acqua, cibo e energia a tutti, per sempre".

Di cosa si parla a Rio

18/06/2012
La siccità  un problema ambietale sempre più diffuso (foto Corbis).
La siccità un problema ambietale sempre più diffuso (foto Corbis).

Una delle aspettative della società civile è che a Rio di decida di andare oltre il Pil.
Va definito e concordato un nuovo sistema di indicatori che includano lo stato dell’ambiente, da approvare nella 68ma Assemblea Generale dell’ONU. Occorre integrare i costi ambientali nei parametri usati dagli indicatori nazionali ed internazionali che misurano lo sviluppo economico e per tenere conto in modo completo dell’inclusione sociale, dello stato di salute dei beni naturali e degli ecosistemi e del loro ruolo per uno benessere sostenibile degli esseri umani.

 

Il Summit di Rio deve sancire la centralità del capitale naturale nelle strategie di sviluppo nazionali. La cattiva gestione e la scarsa regolazione delle risorse e degli ecosistemi naturali generano crisi regionali sempre più serie e frequenti, e costituiscono un fattore decisivo per spiegare l’insicurezza nell’approvvigionamento di cibo, acqua ed energia: questo mina anche la stabilità e la sicurezza  a livello globale, regionale e locale. A Rio va costruito un nuovo contesto che, riconoscendo il legame tra queste sfide, definisca obiettivi ambiziosi per assicurare “acqua, cibo e energia a tutti, per sempre”.  

Occorre promuovere  e raggiungere l’obiettivo di un accesso all’energia pulita e rinnovabile da parte del 100% della popolazione mondiale e quindi anche di ciascun paese in via di sviluppo, entro il 2030. E’ necessario  quindi individuare le modalità per consentire lo sviluppo e l’utilizzo di fonti di energia pulite, economicamente accessibili e disponibili localmente, anche attraverso meccanismi atti a trasferire le relative tecnologie a tutti i paesi.

Per raggiungere il livello di investimenti richiesto, pari a 48 miliardi di dollari Usa all’anno, i Paesi Sviluppati devono impegnarsi a fornire risorse finanziarie adeguate per raggiungere l’obiettivo dell’accesso all’energia a livello nazionale e, quindi, globale. Vi rientrerebbe il sostegno allo sviluppo di meccanismi di finanziamento che siano forti, efficaci e prevedibili.

 

Il semplice raddoppio della quota di energia rinnovabile nel mix energetico globale entro il 2030 non è sufficiente per raggiungere l’obiettivo globale di mantenere l’incremento della temperatura al di sotto dei 2°C. Per questa ragione occorre definire l’obiettivo del 40% di energia rinnovabile nel mix energetico globale entro il 2030 con la visione, al 2050, di un sistema energetico interamente basato sulle energie rinnovabili. Per sfruttare il grande potenziale delle misure di risparmio energetico che hanno la capacità di autofinanziarsi e per limitare il crescente spreco di energia, deve essere  promosso l’obiettivo di triplicare il tasso di miglioramento dell’efficienza energetica entro il 2030.

Secondo gli ambientalisti occorre integrare le politiche di gestione del suolo e delle acque sulla base di un approccio  “ecosistemico”. Stiamo già superando i limiti delle capacità rigenerative delle risorse del pianeta in molti settori , ma quel che avrà l’impatto di gran lunga maggiore sulla sicurezza alimentare, idrica ed energetica è la disponibilità di acqua dolce – per le persone, gli ecosistemi  e lo sviluppo – e come questa risorsa subirà l’influenza dei cambiamenti climatici globali.

Le leggi, le politiche e i piani che riguardano la gestione delle risorse idriche e i diritti su di esse devono tenere conto e soddisfare i bisogni ambientali e sociali relativi all’acqua e favorire la capacità di adattamento delle comunità umane e degli ecosistemi ai cambiamenti climatici e socioeconomici. Servono anche soluzioni internazionali alle risorse idriche condivise: la convenzione Onu sui corsi d’acqua del 1997 non è ancora in vigore, ma deve essere rapidamente  ratificata da un numero congruo di Paesi e potrà servire come base per lo sviluppo sostenibile desiderato. Il Wwf chiede all’ Unione Europea di proporre questa soluzione internazionale per i corsi d’acqua condivisi.

Serve anche un accordo per promuovere la pesca sostenibile a livello mondiale.  
In questo momento di crisi globale, bisogna eliminare tutti i sussidi che impattano negativamente sull’ambiente è vitale, a cominciare da quelli che promuovono l’uso di combustibili fossili e quelli all’agricoltura e alla pesca  non sostenibili.  Questo processo deve prevedere fasi di avanzamento e di rendicontazione annuali, e la completa eliminazione di questi sussidi dannosi entro il 2020. E’ necessario assumere  misure adeguate per compensare gli impatti sociali negativi.  

 

“Con la Conferenza mondiale di Rio+20 sullo sviluppo sostenibile, il 2012 può essere l’anno catalizzatore per impostare le basi di un sistema economico che promuova la salute delle persone e degli ecosistemi,insieme a un nuovo concetto di prosperità sostenibile – ha detto Adriano Paolella, direttore generale del Wwf Italia – Per raggiungere questo obiettivo servono una nuova economia verde che punti anche all'eliminazione della povertà, un quadro istituzionale internazionale autorevole, ma anche un’attivazione concreta da parte di cittadini e comunità, a tutti i livelli della società. Piccoli passi avanti sul fronte politico o tecnologico non saranno sufficienti a salvare l’umanità. Dobbiamo cambiare radicalmente la nostra cultura dei consumi e rimettere come priorità assoluta il benessere del pianeta e dell’uomo, per essere protagonisti di un futuro più equo per tutti.”

Gabriele Salari

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