17/09/2011
L’obiettivo è ridare speranza alle persone. In tal senso, per domenica 18 settembre2011 la Conferenza Episcopale Italiana ha indetto una raccolta straordinaria in tutte le chiese d’Italia a sostegno delle iniziative di solidarietà della Caritas Italiana, da mesi mobilitata nel Corno d’Africa e nei Paesi limitrofi colpiti da siccità e carestia.
La colletta risponde ai ripetuti appelli del Santo Padre «a dividere il pane con i bisognosi» riferendosi proprio alle popolazioni del Corno d’Africa afflitte da una crisi alimentare molto estesa e grave, per taluni aspetti la peggiore degli ultimi decenni in quell’area. Le ultime stime parlano di 13,3 milioni di persone bisognose di aiuto distribuite soprattutto in 4 paesi: Somalia, Kenya, Etiopia, Gibuti e, in misura minore, in alcune zone del Sud Sudan, dell’Uganda e della Tanzania. Sono 750.000 circa le persone a rischio di morte nei prossimi 4 mesi.
La crisi si è determinata a causa di una forte siccità dovuta alla scarsità e all’irregolarità delle piogge unita all’innalzamento dei prezzi delle derrate alimentari e, soprattutto per la Somalia, ai violenti conflitti interni. Da due decenni in quel Paese vige una situazione di assenza di istituzioni che rende estremamente vulnerabile la popolazione soprattutto nell’area del centro Sud dove è più forte la siccità e dove èstato dichiarato lo stato di carestia in sei regioni.
C’è da tener conto che in tutti i Paesi colpiti dalla siccità ampie fasce della popolazioni vivevano già in situazioni di povertà e spesso di malnutrizione. L’aggravarsi delle loro condizioni colpisce soprattutto le fasce più vulnerabili come i bambini tra i quali, purtroppo, vi sono già state migliaia di vittime. Nei prossimi mesi la situazione si aggraverà: le stime parlano di un 25% in più di popolazione colpita, con una previsione di ripresa non prima del prossimo anno.
L'area colpita dalla carestia e la popolazione minacciata.
Anche questa crisi come purtroppo molte altre, era prevedibile e
prevenibile in quanto frutto di inerzie e di politiche sbagliate sia
locali che internazionali. Per questa ragione, in occasione della
colletta Caritas Italiana ha lanciato una campagna dal titolo Fame di pane e di futuro
proprio per sollecitare una solidarietà che sappia guardare oltre
l’emergenza per sostenere questi popoli nel loro sviluppo futuro,
impegnandosi tutti per la rimozione delle cause profonde che provocano
la fame.
Cause che si annidano nei meccanismi del sistema
economico-finanziario mondiale, nell’incuranza per l’ambiente e il
riscaldamento globale, nel commercio delle armi che alimenta i conflitti e rende ancora più catastrofico l’impatto delle emergenze naturali.
Le Caritas dei Paesi maggiormente colpiti sostenute dalla rete
Caritas internazionale è mobilitata da mesi nell’aiuto alle persone in
stato di bisogno. Le somme raccolte nella colletta di domenica saranno utilizzate per tutte le vittime della siccità
in ordine a potenziare gli interventi in atto e per svilupparne di
nuovi anche nel medio e lungo periodo. In agosto le Caritas di Kenya,
Etiopia, Somalia e Gibuti hanno avviato dei piani di intervento per i
prossimi 8-12 mesi che prevedono sia un aiuto d’urgenza sia azioni volte
alla riprese delle attività agricole e di allevamento per circa
300.000persone.
In particolare, in Kenya ed Etiopia l’ambito principale di azione è l’aiuto alimentare con
la distribuzione di razioni alimentari e l’assistenza nutrizionale e
sanitaria a persone vulnerabili (soprattutto bambini, donne incinte o
che allattano, malati, disabili, anziani, sfollati, ecc.). Per
l’immediato futuro è necessario agire sulla conservazione dell’acqua
(pozzi, cisterne e ripristino di sorgenti; realizzazione di dighee
terrazzamenti), ma bisogna anche dare sostegno alla ripresa
dell’allevamento e dell’agricoltura (distribuzione di animali e
foraggio; fornitura di sementi più resistenti alla siccità e di attrezzi
agricoli, cure veterinarie). Per quanto riguarda la Somalia, Caritas Italiana
sostiene, pur nella precarietà della situazione politica, le attività
della locale Caritas in varie zone del Paese: distribuzione di viveri a
favore di 515 famiglie particolarmente colpite nelle zone circostanti la
cittàdi Brava, viveri e aiuti d’urgenza anche nel Basso Giuba, a favore
di 2.730 bambini sotto i 5 anni, 945 donne incinte o che allattano, 670
anziani.
È prevista anche la costruzione di un ambulatorio nella zona di
Boqoley e la distribuzione di aiuti in 8 campi profughi a Mogadiscio.
Per far questo occorrerà il contributo di tutti.
Paolo Beccegato