19/11/2011
Gli indignados spagnoli in piazza.
Né Rubalcaba, né Rajoy. Mentre entrambi i candidati corteggiano i giovani della protesta – Rubalcaba puntando il dito contro le banche, Rajoy ventilando la riduzione di costi e seggi della politica – gli indignati continuano a essere amaramente disillusi nei confronti di un sistema politico ed economico che ha rubato il futuro ai giovani (e non solo), a non sentirsi rappresentati da nessuno dei due grandi partiti.
A sei mesi dallo scoppio della protesta di piazza (tutto partì a Plaza del Sol, a Madrid, il 15 maggio), gli indignados si sono diffusi in molti altri Paesi, dall’Italia agli Stati Uniti, dalla Francia al Giappone. Oggi, il movimento spagnolo è cambiato, è diventato meno mediatico: le occupazioni scenografiche hanno lasciato il posto alle assemblee locali, la piazza si è ritirata nei quartieri. Cambiato, sì, ma sempre vitale: quattro spagnoli su cinque continuano a stare dalla parte degli indignati, a pensare che i problemi da loro denunciati siano i problemi di tutti.
In occasione delle elezioni, gli indignati sono tornati in piazza, convocati da Democracia Real Ya! (Democrazia reale subito), la piattaforma sulla Rete che ha dato origine al movimento di protesta: a Puerta del Sol i giovani hanno manifestato, lanciando appelli a non votare, a lasciare scheda bianca, oppure a scegliere i partiti minori. A boicottare, in qualunque modo, socialisti e popolari.
Giulia Cerqueti