Tir sì, treno no: stranezze No Tav

Ennesima marcia. I contrari alla nuova linea ferroviaria ad alta velocità, però, dicono poco o nulla sulla seconda galleria autostradale del Frejus. Eppure stessa valle, stessi monti...

Che strana razza di campeggio

28/07/2012
Foto Ansa.
Foto Ansa.

Archiviata l'ennesima a manifestazione contro la nuova linea ferroviaria ad alta velocità Torino-.Lione, ora a far discutere è il campeggio No Tav a Chiomonte, base logistica delle ripetute spedizioni contro il cantiere di Chiomonte. Gli ultimi gravi episodi risalgono alla notte tra sabato 21 e domenica 22 luglio quando 11 poliziotti, tra cui il dirigente della Digos Giuseppe Petronzi, sono rimasti feriti dal lancio di bombecarta, sassi e oggetti contundenti. Che le intenzioni di queste “passeggiate intorno alle reti del cantiere”, come le definiscono i siti No Tav, non siano puramente di natura escursionista lo dimostra l'inventario del materiale sequestrato la settimana scorsa dalle forze dell'ordine: caschi, maschere antigas, bulloni,catene, cesoie, bottiglie con liquido infiammabile, chiodi a tre punte, catene, corde e cubetti di porfido.


Mercoledì 25 luglio, nella Prefettura di Torino, si è riunito il Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, per decidere se (ed eventualmente quando) sgomberare il campeggio No Tav. Secondo alcune fonti l’operazione potrebbe avvenire negli ultimi giorni di luglio o nei primi di agosto, mentre altri sostengono che, per il momento, lo sgombero non sarebbe previsto proprio per non alimentare il clima di tensione e riportare la valle al clima drammatico dello scorso febbraio, quando un militante No Tav, Luca Abbà, salì su un traliccio, rimase folgorato e cadde procurandosi gravi ferite (fortunatamente s'è salvato ed è stato dimesso dall'ospedale il 18 giugno, dopo 109 giorni di ricovero).  


Un'immagine dei recenti attacchi notturni al cantiere della Tav, con lancio di bulloni, pietre e bombe carta, che hanno causato il ferimento di 11 poliziotti. Colpito anche il capo della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi.
Un'immagine dei recenti attacchi notturni al cantiere della Tav, con lancio di bulloni, pietre e bombe carta, che hanno causato il ferimento di 11 poliziotti. Colpito anche il capo della Digos di Torino, Giuseppe Petronzi.

Ma il presidente della Provincia di Torino, Antonio Saitta, é perentorio: «Quel campeggio è un campo militare e in quanto tale va sgomberato. Bisogna dare un segnale forte di legalità». Mentre, in Valsusa è il sindaco di S.Antonino e consigliere provinciale Antonio Ferrentino a dire che “le condanne non bastano più. Bisogna staccarsi da chi sta facendo della valle una palestra di guerriglia. I valsusini, istituzioni in testa devono isolare questi violenti". Il campeggio “No Tav”, da qualche anno, è diventato una tradizione che richiama in valle gruppi di giovani oppositori dell'alta velocità, valsusini ma non solo. Dal 2010, poi, è diventato il punto di riferimento per le azioni “di disturbo” nei confronti delle attività del cantiere per il cunicolo esplorativo di Chiomonte e delle forze dell'ordine che, coadiuvate dagli Alpini della Brigata Taurinense, assicurano la sicurezza di operai e mezzi. 

Le iniziative dei No Tav accampati a poca distanza dalle recinzioni dei lavori richiamano giovani “antagonisti” provenienti dall'Italia e dall'Europa. Due giorni prima la manifestazione di sabato, i Carabinieri hanno fermato cinque stranieri, di cui due francesi, un belga, un greco e uno svizzero diretti al campeggio. Sulla loro auto c'erano caschi protettivi, maschere antigas, coltelli e bulloni. Gli stranieri sono stati fermati e denunciati . E martedì sempre i Carabinieri hanno accompagnato alla frontiera e rimpatriato nove francesi, fermati a Gravere, in Valsusa, diretti a Chiomonte. Sul loro pulmino i militari hanno trovato e sequestrato maschere antigas, caschi, cacciaviti, taglierini, passamontagna e un manuale su come resistere alle forze dell'ordine. 

Sono proprio i leader del movimento No Tav, Alberto Perino in testa, ad annunciare che nei prossimi giorni le azioni contro il cantiere “aumenteranno e saranno più dure”.Insomma, l’idea di tagliare le reti e di riprendersi l'area della Maddalena dove prima dello sgombero, avvenuto a fine giugno 2011, i No Tav avevano installato un presidio con una baita e perfino un pilone votivo, è tutt’altro che tramontata. Tanto che qualche giorno fa il deputato Pd Stefano Esposito ha depositato presso la Procura di Torino un esposto denuncia nei confronti di Alberto Perino e Francesco Richetto, per alcune dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi: «Si tratta – spiega Esposito – di istigazione a delinquere e di apologia di reato. Sostenere che il danneggiamento delle opere poste a difesa del cantiere Tav è legittimo e annunciare future azioni di danneggiamento nonché il blocco di camion e persone non può certo essere etichettata come una libera manifestazione del pensiero da parte di eccentrici montanari, ma è un chiaro ed evidente invito agli aderenti al movimento No Tav a proseguire nelle azioni illegali nei confronti del cantiere».

Bruno Andolfatto
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