Don Ciotti: la memoria e la mafia

L'Associazione "Libera" ha celebrato la Giornata delle vittime. Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente, risponde alle nostre domande.

'Ndrangheta al Nord favorita dalla corruzione.

23/03/2011
La sala del Consiglio comunale di Bordighera sciolto per infiltrazioni mafiose.
La sala del Consiglio comunale di Bordighera sciolto per infiltrazioni mafiose.

Don Ciotti, l'attualità ci racconta di mafie che colonizzano il Nord, abbiamo perso gli anticorpi?

«Gli anticorpi ci sono, bisogna attivarli. La penetrazione delle mafie al nord come sulle scene internazionali nasce spesso da un vuoto  etico, da una povertà non tanto materiale ma morale. Troppo a lungo si è pensato alle mafie come a una realtà solo di certe regioni e a fenomeni strettamente criminali, senza vedere che la loro forza è soprattutto al di fuori di esse: nel bacino di connivenze e complicità, nell’indifferenza e nella presunzione che quello del crimine organizzato sia un problema degli altri. Le mafie hanno sempre mirato a infiltrare l’economia e condizionare la politica. Lo hanno fatto in passato e continuano a farlo con nuovi strumenti e maggiore capacità di penetrazione, approfittando di un tessuto sociale oggi molto fragile e disgregato. Hanno trovato terreno fertile nell’individualismo irresponsabile, nella povertà delle relazioni e dei legami sociali, nella riduzione del lavoro a merce, nella perdita di coscienza civica e di senso del bene comune, nelle leggi fatte non a tutela di tutti ma per garantire il privilegio di pochi. C’è, nel nostro paese, un’illegalità diffusa che non va confusa con le mafie, ma che rafforza una mentalità favorevole alle logiche mafiose. Per questo abbiamo promosso una campagna di raccolta di firme contro la corruzione. È inaccettabile che non sia stato ancora ratificato il trattato europeo di Strasburgo del 1999. Corruzione significa 60 miliardi di euro sottratti ogni anno ai servizi sociali, alla scuola, al lavoro, alla sanità, cioè alle basi della democrazia: una tassa di 1000 euro per ogni cittadino! In una società capace di garantire di più i diritti, la corruzione non avrebbe questo spazio. Aveva ragione allora il prefetto Dalla Chiesa quando diceva che per sconfiggere le mafie bisogna dare come diritto ciò che esse offrono come favore. Non si possono costruire o riattivare gli anticorpi se manca una politica che abbia davvero a cuore il bene comune, senza dimenticare però che la politica, per essere migliore, ha bisogno della responsabilità e dell’impegno di ciascuno di noi».

a cura di Elisa Chiari
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