"Noi, naufraghi della marea nera"

La Bp annuncia: il "tappo" tiene. Ma i danni restano. Reportage dalla Lousiana, in ginocchio per gli effetti del disastro ambientale: disoccupazione, miseria, e angoscia per il futuro.

La marea dei disoccupati

15/07/2010

A Grand Isle, Louisiana, la gente si sistema in una coda ordinata fin dalle prime ore del  mattino davanti all’ufficio informazioni della British Petroleum. Decine di persone rimaste senza lavoro a causa della marea nera sono qui in attesa per richiedere risarcimenti. Sull'isola ogni famiglia lavora  nel settore della pesca o in quello petrolifero: a migliaia sono rimasti senza un salario da portare a casa a fine mese. Nelle ultime settimane, durante la messa domenicale, la  parrocchia locale ha distribuito un vademecum su come trovare  lavoro, assistenza o come ottenere cibo e aiuti. Al momento Bp ha ricevuto oltre 100mila richieste di risarcimento e pagato 162milioni di dollari staccando un totale di 51.700 assegni. Chiunque abbia subito un danno ha provato a fare richiesta per un rimborso. Ma la paura ora è che Bp possa fallire e non paghi le dovute compensazioni. Secondo il Wall street journal è una “possibilità reale”. “Bancarotta o meno, qui c'è la paura di diventare come uno di quegli Stati falliti. Il danno ormai è fatto”, spiega Toby, un pescatore di gamberi che vende il suo carico alla grande distribuzione. “Ovunque ti giri, senti nell'aria che una crisi ben peggiore di quella scatenata Katrina - per portata e danni - si sta per abbattere sugli Stati del Golfo”. L’industria del turismo è la prima che potrebbe risentire della crisi su larga scala. Gli alberghi, soprattutto in Florida, hanno licenziato centinaia di dipendenti e bloccato le assunzioni degli stagionali, e sono migliaia le stanze rimaste vuote. “Qua a Grand Isle ancora le cose vanno bene, ma solo perché ci sono i giornalisti e i contractors di Bp. Ma quando andranno via sarà un disastro”. Nei giorni scorsi Michelle Obama si è recata in Florida per rassicurare gli abitanti e dare speranza al settore turistico. «Molte delle spiagge dello Stato sono perfettamente pulite» ha spiegato  la first lady da Panama Beach «Ho ricevuto molte domande su come aiutare la popolazione colpita dalla marea nera. Il modo migliore è venire qua e spendere denaro», ha detto davanti a una platea attenta. Difficile invece individuare una soluzione per la pesca, che è stata vietata in oltre il 65 per cento delle acque del Golfo. Pescherecci, navi per la raccolta di ostriche e compagnie dedicate alla pesca dei gamberi hanno lasciato a terra migliaia di marinai a causa delle restrizioni imposte dalla Noaa, l’Agenzia Usa per il monitoraggio degli oceani e dell’atmosfera. Nei ristoranti i molluschi, un tempo piatto forte della regione, sono scomparsi dai menu. I ristoratori hanno tentato di correre ai ripari iniziando a importare pesce dal Pacifico e a usare prodotti surgelati, ma i prezzi si fanno sempre più alti e i clienti fuggono. Una situazione che potrebbe essere aggravata ora dalla nuova moratoria sulle perforazioni offshore. Secondo la senatrice della Louisiana, Mary Landrieu “la moratoria potrebbe costare più posti di lavoro che la marea nera.”  

Emanuele Bompan
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Postato da Ilaria76 il 18/07/2010 19:17

Interessante, ma drammatico, leggere della situazione in cui si trova la popolazione dell'area colpita. Sentiamo spesso parlare solo ed esclusivamente del famoso "tappo" senza sapere granchè delle ripercussioni che questo incidente ha avuto, oltre che a livello ambientale, a livello sociale.

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