06/08/2010
Una spiaggia invasa dal petrolio sulla Queen Bess Island, nella Baia di Barataria, Golfo del Messico.
Finalmente ce l'hanno fatta. Con l'operazione Static Kill, come dire "chiusura permanente", la BP ha bloccato la fuoriuscita della marea nera nel golfo del Messico. C'è riuscita iniettando da una chiatta posizionata sopra il pozzo Macondo situato sul fondo del mare, quello che si intendeva chiudere, fango ad alta pressione appesantito di pietre e cemento al punto da raggiungere un peso di ben 3 chili per litro. Tutto è andato così bene che stanno già applicando un sigillo definitivo di cemento.
La situazione ha autorizzato il governo americano a ricominciare a sorridere, forse troppo. Carol Browner , la consulente di Obama per i problemi energetici, ha annunciato soddisfatta, con l'accento duro che le è consueto, che madre natura ha dato un grosso aiuto visto che è rimasto solo un quarto di tutto il petrolio perduto nel Golfo del Messico.
Un 17% è stato raccolto, un 5% è andato bruciato, un 3% schiumato dai catamarani come si fa col cappuccino, il 25 % (si presume i componenti più leggeri quali il butano, n.d.r.) è evaporato, il 16% si è disperso per vie naturali più o meno come accade allo zucchero in una tazza di tè. Infine, l'8% è stato assorbito dai componenti chimici gettati dalla BP stessa, i quali hanno "polverizzato" il petrolio in piccole gocce.
Dossier a cura di Ida Molinari