Fame e obesità, i paradossi del cibo

Nel mondo, per ogni persona denutrita ce ne sono due in sovrappeso. E un terzo degli alimenti va sprecato. Il punto al Forum internazionale su alimentazione e nutrizione.

Federica ed Ellen, donne del cambiamento

30/11/2012
Federica Marra, vincitrice del Premio "YES!" (Young Earth Solutions).
Federica Marra, vincitrice del Premio "YES!" (Young Earth Solutions).

    Federica Marra è una giovane romana di 26 anni che studia all'università di Leiden, nei Paesi Bassi. Ha creato un progetto sull'alimentazione sostenibile che si rivolge ai giovani di tutto il mondo. Prevede che i partecipanti creino veri e propri orti urbani, coltivando, conservando, preparando e vendendo prodotti alimentari. I loro campi possono esere terrazzi, finestre coltivabili, pareti verdi di piante commestibili, in strutture che provvedano contemporaneamente al proprio approvvigionamento di energia e acqua e allo smaltimento dei rifiuti. I giovani cucineranno per sè i prodotti e venderanno gli eccessi nei negozi locali, nei mercati cittadini e sul web.

    Lo scopo di Federica Marra è quello di incoraggiare un comportamento responsabile nei confronti dell'ambiente e di creare una filiera corta tra produttori e consumatori, sostenendo la produzione locale. L'originalità e la modernità dell'idea le hanno fatto vincere, fra 3.000 studenti di tutto il mondo, il premio "YES!" (Young Earth Solutions), che il Barilla Center ha assegnato in occasione del Forum su alimentazione e nutrizione.

Ellen Gustafson, imprenditrice americana attiva nel non profit.
Ellen Gustafson, imprenditrice americana attiva nel non profit.

    La filiera corta nella produzione del cibo rappresenta una delle soluzioni agli squilibri attuali anche secondo l'americana Ellen Gustafson, che nel 2009 la rivista Fortune inserì nella lista delle imprenditrici più importanti e innovative al di sotto dei 30 anni. Oggi, a 32 anni, è già stata una delle fondatrici di "Feed Project", una società che produce borse e maglie di grande successo e, con i profitti, ha fornito finora 65 milioni di pasti scolastici a bambini in tutto il mondo. Inoltre, due anni fa ha creato un "pensatoio" non profit, il "30 Project", per indagare come mai negli anni '80 siano iniziate ad aumentare sia l'obesità sia la fame, e per impostare una riflessione sui prossimi 30 anni per invertire queste tendenze.

    "Negli anni '80, le conseguenze della crisi petrolifera del decennio precedente hanno spazzato via molti agricoltori americani ed europei, e la produzione agroalimentare si è concentrata nelle mani di grandi gruppi multinazionali", ci ha detto durante il Forum a Milano. "Negli stessi anni, si sono avuti i primi brevetti sugli Ogm. Gli Stati hanno smeso di finanziare la ricerca in agricoltura. Sono stati ridotti, specie da parte degli Usa, gli aiuti agli agricoltori africani e sono stati sostituiti con aiuti alimentari. E' arrivato sul mercato lo sciroppo di mais, e sia Coca sia Pepsi lo hanno sostituito allo zucchero nelle loro bevande. Una serie di fattori che secondo me possono spiegare" il paradosso alimentare del binomio obesità-fame.

    E per i prossimi 30 anni, che cosa auspica Ellen Gustafson? "Io ritengo che ci sia bisogno di un vero libero mercato e di un vero sistema capitalistico in campo alimentare. L'agricoltura  è fortemente sussidiata dappertutto, ma i sussidi vanno alle coltivazioni sbagliate, e non a quelle che magari i consumatori vorrebbero. Bisognerebbe eliminare questi sussidi, per permettere agli agricoltori di diventare imprenditori. Inoltre, andrebbero incoraggiati i sistemi alimentari regionali, e in questo l'Europa ha già fatto meglio degli Usa. Concentrarsi sulle colture locali sviluppa maggiormente le economie regionali e permette una dieta più sana, più varia e più adatta alle realtà locali"

Rosanna Biffi
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