Fame, se la terra non basta per tutti

Pubblicato il Rapporto “Indice Globale della Fame 2012”. La situazione? In generale migliora. Ma in diversi Paesi, specie africani, va sempre peggio. Eccone la mappa.

Save the Children: «Nel 2011 morti 6,9 milioni di bambini»

14/10/2012
(Foto Amref)
(Foto Amref)

Sono ancora così tanti. L’anno passato 6,9 milioni di bambini sono morti prima di aver compiuto 5 anni. Cioè 19 mila ogni giorno, 240 ogni ora.

     Il dato proviene dall’ultimo rapporto di Save the children, “Whit-out: fame e sprechi, il paradosso della scarsità nell’abbondanza”. L’83% dei decessi è avvenuto nell’Africa subsahariana e nell’Asia meridionale. Mentre sono 5 i Paesi dove si registra il 50% delle morti: India, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Pakistan e Cina.

     Lo studio sottolinea che un terzo di queste piccole vittime è causato dalla malnutrizione. Il tasso di mortalità nei Paesi in via di sviluppo (57 morti ogni 1.000 nati vivi) è, inoltre, 8 volte maggiore di quello dei paesi sviluppati (7 morti ogni 1.000 nati vivi).

     Ma quali sono i Paesi con la situazione peggiore? Sierra Leone, Somalia e Mali: il loro tasso di mortalità è, rispettivamente, di 185 ogni 1.000 nati viti, 180 e 176. Secondo le stime dell’Organizzazione non governativa internazionale questo numero è destinato ad aumentare nei prossimi anni a causa della gravissima crisi umanitaria scoppiata nel Sahel a partire dal 2011.

     Il Rapporto sottolinea peraltro che, negli ultimi 20 anni, i progressi per salvare i bambini dalla fame sono stati molto lenti: è diminuita solo dello 0,65% all’anno. Il tasso di malnutrizione cronica è passato dal 40% registrato nel 1990 al 27% del 2010: in valori assoluti significa una riduzione da 253 milioni a 171 milioni di bambini malnutriti in tutto il mondo.

     Sempre secondo il Rapporto di Save the children, nello stesso arco di tempo, in Africa la riduzione media del tasso di malnutrizione cronica è stata solo del 2% e, in seguito alla crescita demografica, il numero di bambini malnutriti è aumentato di 15 milioni, raggiungendo la quota totale di 60 milioni.

     È proprio nel continente africano che si concentra ormai la metà delle morti infantili: «I bambini sono molto esposti all’insicurezza alimentare causata dall’instabilità socio-politica e dalle crisi ambientali degli ultimi anni», si legge nel Rapporto. «In particolare, nei Paesi del Corno d’Africa e del Sahel che sono stati colpiti dalla siccità che ha fortemente limitato i raccolti».

     «A tre anni dalla deadline fissata per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio dell’Onu», denuncia Save the children, «tra i quali è prevista la riduzione di due terzi del tasso di mortalità al di sotto dei 5 anni tra il 1990 e il 2015, la sopravvivenza dei bambini in alcuni Paesi del mondo è ancora appesa a un filo, condizionata dall’accesso e disponibilità di cibo».

     Attualmente sono 35 i Paesi, in cui vivono circa 89 milioni di bambini sotto i 5 anni, che non hanno le risorse per affrontare l’insicurezza alimentare e necessitano di un aiuto per la sussistenza della popolazione: 28 si trovano nel continente africano (Burkina Faso, Chad, Gambia, Mali, Mauritania, Niger, Zimbabwe, Djibouti, Eritrea, Liberia, Sierra Leone, Burundi, Camerun, Repubblica Centro-Africana, Congo, Costa d’Avorio, Repubblica Democratica del Congo, Etiopia, Guinea, Kenya, Lesotho, Madagascar, Malawi, Mozambico, Senegal, Somalia, Sud Sudan, Sudan); 6 in Asia (Iraq, Corea del Nord, Yemen, Afghanistan, Kyrgyzstan, Siria), 1 in America Latina (Haiti).

     Lo studio dell’Ong sottolinea anche un altro dato, che fa pensare: a fronte dei 171 milioni di malnutriti, ci sono anche 43 milioni di bambini in sovrappeso: 35 milioni nei Paesi in via di sviluppo e 8 milioni in quelli sviluppati.

Luciano Scalettari
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