21/07/2012
Tutto questo ha innescato una catena di iniziative virtuose che hanno dato immediati frutti e quindi nuovi stimoli a partire dall'aumento della frequenza scolastica concretizzatasi in un raddoppio dei bambini iscirtti nelle scuole secondarie dal 2005 a oggi. Altro traguardo raggiunto è l'accesso all'acqua potabile: nel 2010/2011, secondo i dati forniti, è un diritto diventato realtà per il 74% della popolazione rwandese. La buona impressione lasciata dal Governo del Paese in Raquel Rolnik è solo parizalmente oscurata dai dubbi sullo sviluppo realmente sostenibile dell'economia locale, nel rispetto totale e inderogabile dei diritti umani, ambito in cui, evidentemente, c'è ancora tanto lavoro da fare. In questo senso si aspettano dei segnali positivi dall'impegno di "villagizzazione", o umudugudu" (foto), in corso: tradizionalmnte le famiglie ruandesi sono abituate a vivere sparse sul territorio e non in villaggi raggruppati, seppur di piccole dimensioni. Ma per garantire migliori servizi, per mettere in pratica una politica abitativa credibile ed efficace, e per procedere con una nuova e più democratica ripartizione delle terre con annessi programmi di intensificazione delle colture, la strategia scelta che ora deve essere messa in pratica prevede appunto che vengano costruite abitazioni più vicine nelle zone rurali del Paese. I primi risultato sono stati toccati con mano dal relatore speciale delle Nazioni Unite, tanto che con l'umudugudu si è passati dal 18% del 2005 al 39% del 2011.
Alberto Picci