E la malaria uccide un bimbo al minuto

Il 25 aprile è la giornata mondiale dedicata alla malaria. Nei Paesi poveri è una delle grandi cause di morte che falcidia i più deboli. L’impegno di tre grandi Ong per combatterla.

Amref: «Occorre maggiore impegno per vincere la malaria»

25/04/2012
Un bambino della Sierra Leone, adeguatamente protetto dalla zanzariera (Foto: Reuters).
Un bambino della Sierra Leone, adeguatamente protetto dalla zanzariera (Foto: Reuters).

La situazione generale migliora, ma non abbastanza. Questo il giudizio dell’Organizzazione non governativa Amref, la principale realtà sanitaria di cooperazione presente in Africa Orientale. Amref, nata in Africa, impiega oltre 800 persone, per il 97% africani, e gestisce 140 progetti di sviluppo sanitario in 6 Paesi.

     «Nel corso dell’ultimo decennio», spiegano i responsabili di Amref Italia, «gli sforzi nazionali e internazionali per combattere la malaria si sono intensificati anche grazie a innovative forme di finanziamento, che hanno permesso lo sviluppo di nuovi strumenti e un migliore accesso a misure di prevenzione e di controllo. Dal 2000, l’incidenza globale della malaria si è ridotta del 17%, i tassi di mortalità sono diminuiti del 26%. Meno dell’obiettivo internazionale di riduzione del 50% nel 2010, ma comunque si tratta di un risultato importante».

     Ma, secondo l’Ong, occorre fare di più: c’è un bisogno urgente di incrementare gli sforzi perché la malaria tuttora uccide un bambino ogni minuto. Specie per i più deboli, ossia le persone che vivono in contesti ad alto rischio di contagio, le comunità svantaggiate e coloro che abitano in aree rurali. Sono queste le fasce di popolazione che incontrano le maggiori difficoltà nell’accesso agli strumenti e ai servizi di prevenzione e trattamento.

     «Il pesante fardello economico e sociale che la malaria infligge alle famiglie e alla società costringe le comunità in un ciclo di malattia e povertà che è difficile spezzare», scrive Amref nel comunicato diffuso in occasione della giornata mondiale dedicata alla malattia.

     «Poiché la malaria è prevenibile e curabile, ancora molte vite possono essere salvate attraverso una combinazione di interventi innovativi ed efficaci per il suo controllo. Come organizzazione che opera fianco a fianco con le comunità, Amref mira a formare persone con conoscenze, competenze e mezzi per combattere la malaria, vuole tutelare la loro salute e interrompere il ciclo di povertà e malattia. Programmi efficaci di controllo della malaria non solo salvano vite ma hanno anche un reale impatto sulla produttività e sul benessere della gente che abita nelle aree in cui la malaria è endemica».

Una distribuzione di zanzariere in Guinea Bissau (Foto: Severino Marcato).
Una distribuzione di zanzariere in Guinea Bissau (Foto: Severino Marcato).

I recenti successi ottenuti in Africa sono ancora fragili. Amref si dice preoccupata per la riduzione degli impegni del Global Fund, uno dei principali donatori internazionali per la lotta alla malaria: i miglioramenti conseguiti negli ultimi anni potrebbero non essere sufficienti a «raggiungere un controllo universale della malattia», sottolinea l’organismo umanitario.

     «I fondi dei governi in Africa generalmente ammontano a meno di 1 dollaro per ogni persona a rischio e rappresenta una percentuale molto piccola rispetto al finanziamento totale richiesto nei Paesi a più alta endemia».

     Amref chiede a governi, donatori, privati e partner di rafforzare e rinnovare il loro impegno a investire nella lotta contro la malaria. In occasione della giornata mondiale, la grande Ong africana vuole dedicare una speciale attenzione alla salute femminile nei Paesi nei quali la malaria è endemica, soprattutto nelle regioni sub-sahariane, dove le madri continuano a morire nel dare la vita.

     In alcune zone, la malattia contribuisce al 30% della mortalità materna. Prevenire l’infezione dunque contribuirà sensibilmente alla riduzione delle morti materne. Perciò ha lanciato la campagna “Stand Up for African Mothers”, un’iniziativa internazionale che mira a formare 15 mila ostetriche entro il 2015 per contribuire alla riduzione delle morti materne in Africa del 25%.

     «Queste ostetriche, tra l’altro, educheranno le madri nell’uso delle reti antimalariche con insetticida», spiega Amref, «e gestiranno i trattamenti preventivi nel corso della gravidanza, così come diagnosticheranno e cureranno i casi di malaria. Un’assistenza qualificata prima, durante e dopo il parto può salvare la vita delle donne e dei neonati».

Luciano Scalettari
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