No alla parata, l'altro 2 giugno

Al posto di militari e mezzi vorrebbero veder sfilare lavoratori e famiglie. Numerose associazioni, molte delle quali di ispirazione cristiana, contestano la parata. Ecco cosa chiedono.

Ecco cosa si potrebbe fare se...

27/05/2012
Massimo Paolicelli, della campagna Sbilanciamoci.
Massimo Paolicelli, della campagna Sbilanciamoci.

«Risparmiando i 4 milioni di euro della parata militare sarebbe possibile avviare al servizio civile 700 ragazzi». Non ha dubbi Massimo Paolicelli, presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti e portavoce della campagna "Sbilanciamoci!". «I Governi insistono nel voler celebrare la Festa della Repubblica con una parata militare costosa, retorica e anacronistica. Intanto l'esperienza di chi quotidianamente svolge attività utili per la comunità, accanto a bisognosi, disabili, malati e anziani, rischia di naufragare».

Da tempo infatti il servizio civile volontario naviga in cattive acque, proprio per carenza di fondi. Negli ultimi mesi il ministro Andrea Riccardi (che ha ricevuto dal premier Monti la delega in materia) ha più volte ribadito il suo desiderio di salvare questa istituzione dal baratro, ma al momento il sistema continua a essere paralizzato. Con le risorse ridotte a lumicino, immaginare nuovi bandi volontari per i prossimi anni diventa quasi impossibile: i ragazzi che in questi mesi stanno svolgendo il servizio rischiano di essere gli ultimi.

Un'immagine della parata militare del 2 giugno. Foto Eidon.
Un'immagine della parata militare del 2 giugno. Foto Eidon.

«Naturalmente siamo contrari all'idea stessa di parata – spiega Paolicelli – Vorremmo che il 2 giugno si festeggiasse una Repubblica fondata sul lavoro e non sulle armi. Quest'anno, poi, la sfilata ci sembra una scelta particolarmente assurda, uno schiaffo a chi ha perso il lavoro e non arriva alla terza settimana del mese. Sappiamo che la macchina organizzativa è già in movimento da settimane, ma ci rivolgiamo al presidente Napolitano, nella speranza che un suo intervento possa bloccare questo inutile spreco». Parata o no «invitiamo tutti a una manifestazione alternativa che stiamo organizzando alla Città dell'Altra Economia, quartiere Testaccio, con un ampio programma dalle 18 alle 24. Sarà un momento di riflessione e nello stesso tempo una festa, sobria e allegra».


C'è anche chi, nonostante le contestazioni, alla parata intende partecipare, nella convinzione che possa essere un modo per far conoscere il messaggio nonviolento del servizio civile. «Fino all'anno scorso sfilavamo su una camionetta militare, cosa che non dava dignità alla nostra differenza nel modo di difendere la Patria» ha dichiarato giorni fa Corrado Castobello, uno dei quattro rappresentanti nazionali dei giovani in servizio civile: «Quest'anno, invece, avremo la possibilità di sfilare a piedi, come avevamo richiesto in passato. Inoltre saremo annunciati come forza non armata e non violenta e dunque parteciperemo in modo più convinto».

L'"addestramento" dei giovani in servizio civile in vista della parata del 2 giugno. Questa foto ha suscitato polemiche.
L'"addestramento" dei giovani in servizio civile in vista della parata del 2 giugno. Questa foto ha suscitato polemiche.

Ma anche su questi punti non sono mancate le polemiche. In vista della parata, infatti, i 41 ragazzi coinvolti stanno frequentando un piccolo corso di preparazione. «L'obiettivo non è imparare a marciare – ha precisato nei giorni scorsi Castobello -  ma semplicemente a usare un passo cadenzato, per essere più ordinati». Nel frattempo, però, sono state pubblicate sulla pagina Facebook dell'Unsc (Ufficio Nazionale Servizio Civile) alcune fotografie delle preparazione. Queste  immagini hanno fatto discutere: molti vi hanno visto un vero e proprio "addestramento alla marcia". «Apprendiamo dalla rete con stupore che ai giovani del servizio civile sia stato chiesto di marciare con passo militare – ha dichiarato in una nota Enrico Maria Borelli, presidente Amesci (Associazione Mediterranea per la Promozione e lo Sviluppo del Servizio Civile) – La partecipazione dei volontari alla parata ha senso se si consente al mondo del servizio civile di esprimere il valore civile e civico dell'impegno dei giovani. Irreggimentarli come fossero soldati rischia di richiamare un approccio culturale superato. Ci auguriamo che l'Unsc voglia rimediare subito a quella che ci appare come un'iniziativa incomprensibile».

 La risposta dell'Unsc non si è fatta attendere: «I volontari, che hanno aderito liberamente,  non marceranno, ma cammineranno davanti al capo dello Stato e alle altre autorità in modo coordinato – ha dichiarato Federico Fauttilli, capo dell'Unsc -  La partecipazione del servizio civile alla manifestazione del 2 giugno è una tradizione che va avanti da ormai vari anni. Sfilano i Vigili del fuoco, la Croce rossa, la Protezione civile e, anche su richiesta degli stessi ragazzi, ci sembra giusto far conoscere e apprezzare  il ruolo attivo che essi svolgono all’interno del Paese e anche all’estero. La preparazione alla parata, che è arduo definire addestramento, avviene necessariamente sotto il coordinamento dei militari, che sono gli organizzatori, e non comporta alcun aggravio di spese».

Parole che comunque non hanno tranquillizzato il mondo pacifista. «L'unica marcia che ci piace è la Perugia-Assisi, per la pace e il disarmo – ha dichiarato Mao Valpiana, presidente nazionale Movimento Nonviolento – Non possiamo accettare che la presenza dei giovani del servizio civile alla parata del 2 giugno sia "sotto il comando dei militari". La difesa nonviolenta della patria, riconosciuta dalle sentenze della Corte costituzionale, deve avere pari dignità e piena autonomia».      

In tempi così burrascosi, forse un segno concreto vale più di molte parole. Per questo, il 2 giugno, gli enti della Cnesc (Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile) hanno deciso di tener aperte le loro sedi, per permettere a cittadini e istituzioni (l'invito è rivolto in particolare al premier Monti e al ministro Riccardi) di toccare con mano le tante e preziose attività svolte ogni giorno dai volontari. «Le sedi sono luoghi in cui si stanno scrivendo storie di pace e di giustizia – afferma Primo Di Blasio, presidente Cnesc – luoghi dove i giovani sono protagonisti attivi di quel sogno dei padri costituenti di un'Italia unita, solidale, che ripudia la guerra e costruisce la pace». 

Lorenzo Montanaro
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare

Ultimi dossier pubblicati

%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati