Storie di prossimi (ri)congiunti

L'integrazione dei migranti nel nuovo tessuto sociale è la sfida del terzo millennio: il diritto all'unità familiare va rispettato, sostenuto, accompagnato. Soleterre lo fa a modo suo

El Salvador-Italia: si accorcia la distanza

20/11/2012

L'impegno di Soleterre, su livelli differenti, con strumenti mirati, ha tracciato il solco per percorsi personalizzati basati sulla conoscenza profonda del singolo caso, proponendosi come interlocutore privilegiato nel sostegno alle famiglie in vista di un maggiore e migliore radicamento sul territorio: da qui la decisione di puntare a forme di orientamento e accompagnamento non solo per tutti gli aspetti che concernono la fruizione dei servizi, ma anche dell'intero progetto familiare e migratorio. Grazie a un prezioso lavoro di rete con altri partner, l'organizzazione ha inteso favorire l'assimilazione e la successiva elaborazione del processo migratorio legando la storia individuale a quella familiare e, dove possibile, sostenendo i ruoli genitoriali, condividendo il progetto di crescita, facendo da ponte reale tra il paese d'origine e quello 'accoglienza. Le forze messe in campo sono state dunque molteplici. Il successo di questo progetto affonda le proprie radici proprio nell'approccio multidisciplinare: una psicologa, un'assistente legale, una mediatrice interculturale hanno custodito le vicende umane di individui e gruppi familiari nello sforzo costante di creare le condizioni ideali per il ricongiungimento, sia che questo si fosse già realizzato, sia, a maggior ragione, se ancora ci fosse dello spazio per preparare il terreno.

In una situazione-tipo "ideale", il primo step è la comunicazione delle informazioni necessarie a soddisfare la specifica esigenza del migrante che si rivolge allo sportello di Soleterre. Un incontro che normalmente avviene grazie all'instancabile lavoro di mediazione interculturale e alle collaborazioni attive con associazioni di migranti presenti sul territorio, sia in Italia sia nel Paese d'origine. La consulenza legale gratuita rappresenta già un passo successivo, quello in cui, per intendersi, il migrante viene a conoscenza dei propri diritti e di quelli dei propri figli: la presenza di un avvocato al proprio fianco rende l'espletamento delle procedure soltanto una pratica da sbrigare e non un monte da scalare. L'accompagnamento socio-psicologico è probabilmente la fase più delicata: qui entrano in gioco i sentimenti, l'identità, il senso di appartenenza e Soleterre offre tanto ai genitori quanto ai figli, sia a distanza che nel ricongiungimento, gli strumenti per affrontare le diverse fasi del ciclo di vita familiare. A corollario dell'iter, gruppo di auto-aiuto nel supporto alla genitorialità e laboratori o attività di socializzazione per favorire l'integrazione dei giovani. È ovvio, un passaggio non esclude o implica necessariamente gli altri. Anzi.

Quando si parla di welfare transnazionale si fa esattamente riferimento alla modalità di intervento messa a punto da Soleterre a Milano con le famiglie salvadoregne: la differenza con altre esperienze di accompagnamento al ricongiungimento sta proprio in questo. La creazione di un network capace di travalicare i confini nazionali nel segno dei servizi consente una visione d'insieme, un punto di vista davvero privilegiato, sul singolo caso che si va ad affrontare. Omogeneità e coordinamento delle metodologie di intervento: solo passando attraverso l'accesso a spazi fisici riconoscibili, piattaforme di comunicazione a distanza comuni, equipe professionali multidisciplinari sia in Italia sia nel Paese d'origine si riescono a pianificare attività che abbiano insito il carattere della progettualità sul breve, medio e lungo periodo. Attualmente in El Salvador sono attivi due centri a San Salvador e a Conceptiòn, i territori di principale emigrazione verso l'Italia. Le videochiamate tramite Skype, assumendosi l'onere di andare a "recuperare" i minori anche in zone rurali per creare un momento di confronto, di familiarità (paradossale se confrontato con qualsiasi altra situazione madre-figli) a distanza ha rappresentato un'occasione straordinaria di aprire finestre che altrimente, facilmente, sarebbero rimaste sigillate. A fine maggio 2012, dopo quasi un anno di vita del progetto, Soleterre ha accolto 80 casi familiari per un totale di 92 persone: tra questi solo il 15% si è rivolto al servizio per prepararsi al ricongiungimento (soprattutto con minori), mentre la maggioranza si è presentata a giochi ampiamente fatti. La circostanza per cui El Salvador non ha obbligo di visto verso l'Italia e le procedure di regolarizzazione della coesione familiare, quindi, devono avvenire in Italia senza l'anticipo del visto per motivi familiari ha facilitato riunificazioni de facto, le più difficili su cui intervenire nei casi in cui ce ne fosse bisogno perché alcune deviate dinamiche si consolidano, diventano la normalità e la distanza genitori-figli, che ora vivono sotto lo stesso tetto, aumenta.

Alberto Picci
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