20/11/2012
Welfare transnazionale,
genitorialità a distanza, coesione familiare e ricongiungimento: argomenti
"tosti", con poche luci, parecchie ombre e moltissime famiglie
coinvolte. Meglio fare finta di niente. Per i più ma non per tutti, come i
cooperanti di Soleterre che da qualche anno hanno fortemente voluto attivare un
progetto ambizioso, a tratti faticoso, indubbiamente efficace, nonostante già a
priori ci fosse la consapevolezza che questo non è esattamente il genere di argomenti
che risveglia l'attenzione dei media, il coinvolgimento emotivo dei sostenitori
e il finanziamento dei partner. «È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur
farlo», per citare Charles Dickens. Per non fare confusione, è bene partire
chiarendo il significato dei termini: gli stranieri già presenti in Italia
hanno diritto a un permesso di soggiorno per motivi familiari se convivono con
determinati familiari. In particolare, il permesso di soggiorno per
"coesione famigliare" viene rilasciato allo straniero già presente
sul territorio italiano; il ricongiungimento, invece riguarda i familiari che
si trovano all'estero. I requisiti richiesti per entrambe le procedure sono gli
stessi e insistono sul rapporto di parentela, sul reddito e sull'alloggio. La
coesione familiare può essere richiesta dagli stranieri regolarmente presenti
in Italia in favore del coniuge maggiorenne non legalmente separato, dei figli
minori non coniugati a condizione che l'altro genitore, se esistente, abbia
dato il consenso, dei figli maggiorenni a carico che non siano in grado di
provvedere alle proprie esigenze di vita a causa di invalidità totale, dei
genitori a carico, se non hanno altri figli nel Paese di origine o provenienza,
oppure genitori con più di 65 anni, se gli altri figli non possono mantenerli
per gravi documentati motivi di salute. In ogni caso è necessario che il
familiare per cui si richiede la coesione sia regolarmente presente in Italia,e
quindi titolare a sua volta di un permesso di soggiorno. Vi è anche un'altra ipotesi:
quella degli stranieri conviventi con i parenti ento il secondo grado o con il
coniuge di nazionalità italiana. Bene, in questi casi la coesione può essere
richiesta anche se lo straniero è irregolarmente presente in Italia. A
differenza del ricongiungimento, per la coesione familiare non è previsto il
rilascio del nulla osta per effettuare la coesione e può essere richiesta
tramite il kit potale a cui va allegata l'apposita documentazione. Solo così
verrà rilasciato un permesso di soggiorno di durata pari a quello del familiare
con cui si è effettuata la coesione. Tutto chiaro? Forse dal punto vista
puramente tecnico. Ma come accade spesso su materie tanto delicate, non c'è
caso assimilabile a un altro. E ancora, la componente emotiva, la cultura di appartenenza,
la burocrazia inaccettabile rendono unico ogni percorso di tutela e rispetto
dell'unità familiare.
Il progetto di Soleterre a Milano
si è rivolto inizialmente ai cittadini latino americani che nel capoluogo
lombardo costituiscono una presenza importante, in costante ascesa, tanto da
essere arrivata alla fine del 2011 a rappresentare il 20% dei residenti
stranieri. Si tratta di una "comunità" molto giovane sia in relazione
all'età (i minori sfiorano il 20%) sia alla velocità con cui si è affermata,
caratterizzandosi in una prima fase per un flusso migratorio di madri sole
primomigranti. Proprio loro, le donne, sono le protagoniste principali di
queste tormentate storie di ricongiungimenti: loro che hanno deciso o sono
state costrette a lasciarsi alle spalle il proprio Paese e, spesso, dei figli
ancora molto piccoli per un futuro tutto da scrivere. Loro che vivono il senso
di colpa per l'abbandono e devono gestire la stanchezza di vite lavorative
oltremodo impegnative. Loro che appartengono a una cultura fortemente machista
e, non raramente, devono subire violenze, minacce e prevaricazioni. Loro che,
appena possono, se non hanno perso per strada anche la speranza, tornano a casa
e non resistono alla tentazione di riunire la famiglia portando in Italia i
figli. È così che vengono avviati percorsi di ricongiungimento, prevalentemente
con minori, de facto o de jure: Milano è storicamente piuttosto
"generosa" nei confronti del rilascio dei permessi per motivi
familiari. Ma se da un lato questo rappresenta un punto a favore del diritto
dell'unità familiare, dall'altro, inevitabilmente, non tiene conto del fatto
che a famiglie rimaste lontane anni non basta tornare a vivere sotto lo stesso
tetto per cancellare i traumi della separazione e affrontare un vero progetto
di integrazione nel nuovo tessuto sociale.
Alberto Picci