13/04/2012
Benedetto carissimo,
per un Papa credo che l’età sia una variabile molto meno determinante e decisiva. Stare accanto al Signore aiuta a leggere tempo, spazio e vicende umane con il barometro dell’eternità e della mondialità.
Capire che la nostra piccola storia non è un episodio isolato, ma se incastonato nei piani della Provvidenza assume progettualità impensata, permette di sentirci tutti “in esodo”, desiderosi di terre promesse e di beatitudini interiorizzate.
Troppe banalità, equivoci e doppi padroni da servire consumano la nostra esistenza e non rappresentano più quella fatica evangelica che tu, Santo Padre, tenti di proporci. Perciò è bello sognare come noi pellegrini con te pellegrino, liberati dalle pesantezze di una società affascinata dai capricci, mano nella mano non solo in occasione del tuo ottantacinquesimo compleanno ma tutti i benedetti giorni della nostra vita, continueremo a cantare l’alleluia pasquale.
Perché questo significa: fare Vangelo!
Tanti auguri da un prete di strada e da tutti i miei ragazzi di Exodus.