21/10/2012
«La
Buona Novella non è un prodotto di mercato e dunque non si tratta di
inventare nuove strategie di evangelizzazione. Occorre
invece riscoprire i metodi con cui accostare gli uomini di oggi alla
vicenda di Gesù». La bozza provvisoria del Messaggio presentato il 19
mattina ai 262 vescovi che partecipano al Sinodo registra la difficoltà
di annunciare la fede nel mondo contemporaneo,
ma senza pessimismi. Anzi, il Messaggio, sul quale si voterà il
prossimo venerdì dopo aver discusso gli eventuali emendamenti, invita «i
cristiani a portare il Vangelo nel mondo con sereno coraggio, vincendo
la paura con la fede e consapevoli della nostalgia
di Dio racchiusa nel cuore dell'uomo».
Il
testo, illustrato dal cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze
e presidente della Commissione Messaggio al Sinodo,
si apre con la figura di «un’anfora vuota che attende di essere
riempita da un’acqua pura che dà la vita», immagine che simboleggia,
appunto la «sete di Dio racchiusa nel cuore dell’uomo contemporaneo» e
la missione evangelizzatrice della Chiesa che ha il
compito di andare incontro all’umanità, proprio come fece Cristo con la
samaritana al pozzo.
Chiamate a questa missione sono tutte le categorie ecclesiali e sociali: vescovi, sacerdoti, consacrati, religiose, famiglie, giovani,
politici, uomini di cultura…
La dimensione familiare dell’esperienza di fede è stata uno dei punti nodali dei lavori di queste settimane.
In particolare la dimensione familiare dell’esperienza di fede è stata uno dei punti nodali dei lavori di queste settimane. Nei diversi continenti e culture è però sempre la famiglia il luogo dove, da una generazione all’altra, si trasmette l’esperienza di fede. È perciò molto importante che la Chiesa stia vicino soprattutto in quelle situazioni dove questa trasmissione può entrare in crisi.
In questo contesto il cardinale Betori, illustrando la bozza del Messaggio a Radio Vaticana, ha evidenziato come il Sinodo abbia insistito sulla «necessità di creare spazi nella Chiesa per le persone che vivono situazioni familiari, come si usa dire, “irregolari” rispetto all’immagine del matrimonio che Gesù ci ha affidato, e restino però spazi di appartenenza alla Chiesa, di vita, anche di protagonismo ecclesiale nel servizio alla carità, in tanti altri modi con cui appunto ci si rende membra vive della Chiesa stessa anche laddove non sia possibile quella comunione piena che si esprime con la partecipazione all’Eucarestia». Nel documento, infine, molta importanza viene data al dialogo interreligioso, alle opere di carità e a un’evangelizzazione che parta innanzitutto dai membri stessi della Chiesa, consapevoli, ha spiegato il cardinale che «sebbene pieno di incongruenze e di sfide il mondo resta creazione di Dio».
Annachiara Valle