15/10/2012
Il gesuita padre Bartolomeo Sorge. Foto Contrasto.
È sensazione diffusa che il rinnovamento della Chiesa, iniziato con il concilio Vaticano II, oggi sia interrotto. Troppi,nella Chiesa, preferiscono ancora il vino e gli otri vecchi a quelli nuovi. Lo stallo attuale è dovuto soprattutto alla mancata realizzazione dello “spirito di collegialità”, che è il lascito più importante del Concilio. Manca, nella Chiesa, un vero dialogo: dei vescovi con la Curia romana, delle comunità locali con i loro pastori e, più in generale,della gerarchia con i fedeli laici... Si decide ancora tutto dall’alto. Perciò, al posto della parresia evangelica, crescono nella Chiesa il silenzio e il disinteresse dei fedeli. Non parla più nessuno.
Eppure, oggi più che mai, è necessario che vi sia nella Chiesa un dialogo, aperto e sincero, condotto con amore e stima vicendevoli. Infatti, per la nuova evangelizzazione, più che di decisioni prese dall’alto, c’è necessità di discernimento comunitario; più che di nuove strutture di Curia, c’è bisogno di testimoni, di laici maturi e responsabili. Certo, ai fini dell’evangelizzazione, è importante che la Chiesa collabori lealmente con le istituzioni politiche: ma perché continuare a riporre la fiducia nella diplomazia, nei Concordati, nello scambio di ambasciatori, nelle indebite pressioni sui Governi?
Il Vangelo chiede profezia non diplomazia. La forza della Chiesa sta nella parola di Dio, nellasantità dei fedeli, nella predilezione per i poveri, non nel favore dei ricchi e dei potentidi turno o nella protezione dei poteri forti. La Chiesa del Concilio è una Chiesa libera.
Certo, ai fini dell’evangelizzazione, l’uso dei beni è necessario. Ma con quale credibilità la Chiesa porterà al mondo la “buona notizia”di Dio che, per salvarci, si fa povero e sceglie i poveri, se le istituzioni ecclesiastiche gestiscono banche e giocano in Borsa? Se chi annunzia il Vangelo vive in palazzi simili a regge? La Chiesa del Concilio è una Chiesa povera.
Con quale coerenza la Chiesa esorta i fedeli a partecipare all’Eucaristia, memoriale della Pasqua, se poi ne offusca la trasparenzacon cerimonie pompose, abbigliamenti sfarzosi e ornamenti ricchi e preziosi? La Chiesa del Concilio è una Chiesa profetica.
Auspichiamo, quindi, che l’Anno della fede,indetto per il 50° del Concilio, porti a riprendere con slancio il rinnovamento rimasto fermo a metà. La Chiesa siamo noi, peccatori, sempre bisognosa perciò di riforma; ma è fondata in Cristo, quindi sempre santa e madre di santi. Ecco perché siamo fiduciosi: nonostante tutto, il cammino del Concilio continua.
padre Bartolomeo Sorge, S.J.