17/03/2012
Padre Ermes Ronchi (foto di Alessandro Dalla Pozza)
Il Festival Biblico bussa alla porta. Sarà padre il biblista Ermes Ronchi, "volto" conosciuto ai fedeli per i suoi ricchi commenti settimanali
che offre sul Vangelo della domenica nel programma "A Sua immagine" di Raiuno, a tenere la meditazione introduttiva sul tema scelto per l'edizione di quest'anno: «Perché avete paura? (Mc 4,40) La speranza delle Scritture». Arricchita dalle poesie di Turoldo e dalla musica dei Nuovi trovadori «multietnici» di Milano, la serata proseguirà con la presentazione ufficiale dell'VIII edizione del Festival, che si terrà a Vicenza e provincia dal 18 al 27 maggio. Il Comitato promotore della manifestazione presenterà, tra l'altro, anche i numerosi ospiti del Festival e gli eventi ad esso collegati.
«Una serata di incontro tra diverse culture e linguaggi», come si legge sul sito del Festival, «per indagare le paure degli uomini e delle donne del nostro tempo e aprire quella che il poeta Charles Peguy chiamava "la virtù preferita da Dio", la speranza». «Il filo rosso del nostro incontro», ha detto Ermes Ronchi, «è un percorso biblico che, partendo dalla nascita della paura («Ho avuto paura perché sono nudo» afferma Adamo di fronte a Dio, cfr. Gn 3,10), ripercorre figure e strategie di speranza nella Bibbia, fino a Gesù e al suo annuncio di libertà e di futuro nuovo. La speranza, scrive Tommaso d’Aquino, è il presente del futuro».
L'anteprima del Festival come detto sarà arricchita da alcune espressioni artistiche, in particolare con una riflessione a due voci, maschile e femminile. Interverrà Marina Marcolini, scrittrice, docente universitaria di letteratura e autrice per la trasmissione A sua immagine. Si esibiranno anche I Nuovi trovadori, il gruppo musicale sorto dalla
collaborazione tra la Casa della Carità di don Virginio Colmegna e il
Conservatorio Verdi di Milano, per integrare i giovani rom. «La stessa
composizione di questo ensemble musicale, multicolore e multietnico, è
un deciso "no" alla paura del diverso e un'apertura alla speranza di un
futuro pacifico e solidale», spiegano gli organizzatori. «L'intreccio di altri linguaggi, oltre al pensiero logico razionale, diventa necessario per toccare quei recessi del cuore dove si annida la paura e germina la speranza», ha commentato infine don Ampelio Crema, sacerdote paolino e presidente del Festival.
Stefano Stimamiglio