Gmg, testimonianze in cammino

L'entusiasmo dei giovani che hanno vissuto l'esperienza di Madrid con Benedetto XVI. Racconti ed emozioni. Con lo sguardo già rivolto all'incontro mondiale di Rio nel 2013.

07/09/2011

In questo video di Gabriele Einaudi, della parrocchia torinese del Lingotto, le interviste ad alcuni giovani tornati da Madrid, che raccontano i momenti di gioia, di preghiera e di fraternità vissuti alla recente Gmg.




Il racconto di Giulia Maria: «Dio era davvero in mezzo a noi»


Ed ecco la testimonianza di Giulia Maria Gallo, 19 anni, di Roma, alla sua prima Gmg e al primo pellegrinaggio all’estero, accompagnata da alcuni sacerdoti. Vuole raccontare a tutti la propria esperienza per coinvolgere altri giovani e meno giovani nella missione che il Papa ha affidato al popolo della Gmg, con la speranza di convincere altri a partecipare alla prossima Giornata della Gioventù, in Brasile, a Rio de Janeiro, nel 2013.

«Un ritorno da giorni fantastici non è mai facile ma questa volta c’è qualcosa di diverso. Se da una parte vorrei tornare indietro dall’altra sento che devo raccontare tutto quello che ho visto e cercare di coinvolgere il maggior numero di persone nell’entusiasmo che ho ricevuto io. Cosa sarà mai successo? Sono appena tornata dalla JMJ 2011! Io ero una di quelle milione di persone che fino a qualche giorno fa affollavano le strade di Madrid urlando a squarcia gola ESTA ES LA JUVENTUD DEL PAPA un grido che ci riempiva di orgoglio e felicità. La giornata mondiale della gioventù è stata un esperienza unica ed indimenticabile e guardandomi indietro mi sembra quasi impossibile aver potuto partecipare. Tutto è iniziato più di un anno fa, i genitori, i catechisti e i sacerdoti della mia parrocchia, San Ponziano a Roma, hanno cominciato a parlare di questo viaggio e noi ragazzi abbiamo accolto la notizia con entusiasmo, ma come si sa, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e per molti di noi quel mare erano i soldi. Le nostre famiglie dovevano sobbarcarsi il peso di una spesa considerevole per un normale bilancio famigliare. Nel mio caso a partire eravamo in due, e nella mia famiglia composta da 5 persone è solo papà a lavorare. Ma il viaggio che si presentava davanti era qualcosa di imperdibile, un tour in pullman da Roma a Madrid, di 12 giorni, con varie soste: Avignone, Lourdes, Barcellona, Valencia, Madrid, Saragozza, Imperia. Così tutti noi, ragazzi e genitori, ci siamo rimboccati le maniche e in un anno in parrocchia abbiamo organizzato molte attività di autofinanziamento, dai concerti alle vendite di dolci e perfino una grande tombolata per l’epifania. Ciò ha abbassato considerevolmente le quote e ha dato la possibilità a molti di noi di partire. Ma questi sacrifici ne sono valsi la pena! Il 13 agosto, che tra l’altro è la festa della nostra parrocchia, il nostro gruppo composto da 47 giovani e tre sacerdoti e 4 catechisti è partito alle 7 di mattina, dopo aver celebrato la Messa e chiesto la benedizione al Signore per questo pellegrinaggio. Alle 21 dopo aver attraversato tutta l’Italia siamo arrivati in Francia ad Avignone e così giorno dopo giorno accorciavamo le distanze dalla nostra meta principale: la JMJ. Ogni singolo giorno è stato importantissimo, se da una parte eravamo già entusiasti per lo stare insieme, siamo rimasti sempre più colpiti dallo scoprire quanto fosse meraviglioso e importante pregare. Se dapprima vedevamo le Lodi, i Vespri, la Compieta, l’ Angelus, il Rosario e la Messa come ostacoli per il nostro divertimento ci siamo accorti che quelle erano delle parti essenziali per scoprire meglio come eravamo noi e come Dio fosse davvero in mezzo a noi, di come davvero ci vuole bene e ci guida nelle nostre scelte. Il momento di preghiera che ci ha toccato di più è stato il primo Rosario che abbiamo recitato a Lourdes, sulla sponda opposta alla grotta di Bernadette. Era mezzanotte e tutto era buio ma c’erano centinaia di persone che accendevano l’atmosfera con la luce delle candele e oltre a questo ad illuminare quella notte vi era lo scoprire la fede presente in ognuno di noi. Così tra i malati e i cosi detti sani, commossi anche noi, per le nostre fortune e la nostra piccolezza, quel Rosario si è inciso nei nostri ricordi. Questa è stata una tappa davvero importantissima nel nostro viaggio che non sarebbe stato possibile senza la Divina Provvidenza dalla nostra. Il nostro tour è stato caratterizzato da cori urlati nei momenti più impensabili e uno di questi era “PROVVIDENZA UNA DI NOI!” l’abbiamo sempre sentita vicina, infatti ogni nostra preghiera e necessità è stata ascoltata. Ci è stata data la possibilità di fare cose che non avremmo mai immaginato possibili, come le celebrazioni della Messa nella cappella del Sacro Graal, o in una chiesetta fuori Barcellona, costruita dal Gaudì e ancora nella cripta della cattedrale di Madrid. Inoltre, ci ha reso possibile, superare il caldo nei momenti più difficili e arrivare a Cuatro Vientos…. comodamente in autobus, mentre tanti gruppi hanno dovuto raggiungerlo a piedi».


«In un'epoca di muri, noi cristiano dobbiamo costruire ponti»

«E finalmente è arrivato il 19 agosto e noi siamo giunti a Madrid. Il numero di persone che giravano era incalcolabile. Più o meno giovani si riversavano nelle strade cantando, suonando e ballando. Il nostro gruppo ha trascorso il venerdi pomeriggio in compagnia dei ragazzi di Puerto Rico che ci hanno insegnato canti e danze tipici del loro Paese. Il caldo era tantissimo ma i “bomberos”, ovvero i pompieri, spruzzavano acqua da tutte le parti e ciò aumentava la nostra euforia rendendo tutto ancora più bello. Poi il maxi schermo davanti a noi si è acceso ed è iniziata la Via Crucis e ci siamo ritrovati a pregare tutti insieme nelle diverse lingue. Il giorno dopo, se è possibile è stato ancora più bello! Durante tutto il pomeriggio siamo stati tormentati dal caldo e poi la sera si è scatenato un temporale. Ma alla gioventù del Papa questo non è importato, siamo rimasti lì tra tuoni e saette a cantare insieme a tanta altra gente, eravamo zuppi e infreddoliti ma niente ci avrebbe potuto allontanare. Siamo stati ripagati per la nostra fiducia nel Padre. Il cielo nero si è aperto, lasciando spazio ad un meraviglioso cielo stellato e ad un vento caldo che sapevano di miracolo. Il cuore di tutti i presenti si è riempito di gioia nel sentire che il Papa in persona era orgoglioso di tutti noi che non c’eravamo lasciati spaventare dalle intemperie. Per alcuni di noi la notte poi si è unita al giorno, perché non ci siamo per niente addormentati, e abbiamo preferito continuare a cantare e suonare la chitarra con un gruppo di ragazzi di Malaga, rimanendo a chiacchierare con loro fino all’alba. Non era importante il fatto che non sapessimo parlare una stessa lingua perché riuscivamo a comprenderci ugualmente. Sono molte le cose che mi hanno colpito in questo viaggio sia positive che negative ma queste ultime non voglio neanche ricordarle, perché la gioia di questi giorni le sta pian piano cancellando completamente. Una cosa che maggiormente mi ha colpito e che voglio condividere è una riflessione scaturita da una frase del nostro parroco, detta durante una delle sue omelie, che secondo me rispecchia quello che è il senso della JMJ: in un mondo dove la gente costruisce in continuazione muri tra loro preferendo l’odio e il non dialogo, noi giovani cristiani siamo chiamati a costruire ponti che vadano oltre anche alle diverse etnie e culture, la JMJ da la possibilità di dar vita ad amicizie che superano gli oceani. Un’altra cosa che mi ha colpita è il motto che aveva questa JMJ “radicati nella fede”. Una strana immagine associata a 2 milioni di giovani che tutto sembrano tranne che radicati in qualcosa, pieni di dubbi sul futuro e senza certezze, che si sono spostati da vari luoghi per arrivare a Cuatro Vientos, pellegrini, che hanno scelto di ancorarsi saldamente a Cristo, ma di non essere radicati perche chiamati a diffondere la Sua parola! Così il 25 agosto alle 20,30 siamo scesi dal pullman a Via Franco Sacchetti, davanti alla nostra parrocchia, tristi perché dovevamo separarci, ma consapevoli di essere diventati dei messaggeri della gioia che avevamo ricevuto e sperimentato. Un ringraziamento particolare lo voglio fare al nostro giovane vice-parroco don Francesco che si è reso padre, confidente, interprete per ciascuno di noi divenendo la vera anima del gruppo con la sua semplicità e simpatia. E ora mettiamoci al lavoro tutti per il prossimo appuntamento a Rio de Janeiro nel 2013!
».

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