19/08/2011
La folla abbraccia il Papa
Una folla enorme, oltre 700 mila persone, abbraccia la Croce della Gmg e le 15 stazioni della Via Crucis nel cuore di Madrid. Le meditazioni mettono in fila i drammi del pianeta e gli errori dell’uomo. Benedetto XVI invita tutti ai caricarsi “sulle spalle la sofferenza del mondo”. E spiega che la “croce non fu l’esito di un insuccesso, ma il modo di manifestare l’offerta di amore che giunge fino alla donazione più smisurata della propria vita”.
Le meditazioni le hanno scritte le Hermanas de la Cruz, le sorelle della croce, suore che dedicano la vita a servire i poveri, figlie di Angela de la Cruz, religiosa beatificata nel 1982 da Wojtyla a Siviglia e poi proclamata santa nel 2003. Alla prima stazione la croce la portano i giovani della Terra santa, nell’ultima i giovani di Ruanda e Burundi. Si prega per la pace, per l’unità dei cristiani, per chi perisce nelle lotte fratricide, per le vittime innocenti delle guerre, per la difesa della vita. La meditazione delle Sorelle della Croce si soffermano su coloro a cui “manca il coraggio di difendere la vita dal suo inizio fino al suo termine naturale”. Ricordano il dramma dell’immigrazione: “Cristo ha fatto sua la stanchezza e la disperazione di coloro che non trovano lavoro così come degli immigrati che ricevono offerte di lavoro indegne e disumane, che soffrono per il razzismo o muoiono nel tentativo di avere una vita più giusta e degna”. Alla sesta stazione, la caduta di Gesù, la riflessione riguarda le vittime dell’alcol e della droga e chi soffre “sfigurato dai regimi atei che distruggono la persona e privano della dignità”. La nona stazione, Gesù spogliato dalle vesti, è l’occasione per pensare all’angoscia degli “abusi sessuali”, dei “crimini contro i bambini e gli adulti”, alle vittime dei “genocidi”, quando “l’uomo si scatena con brutale violenza”. Si prega per i genitori che vedono morire i propri figli per fame “mentre società opulente inghiottite del drago del consumismo, dalla perversione materialista, sfondano nel nichilismo del vuoto della loro vita”. Il Papa esorta i giovani a “non passare oltre davanti alla sofferenza umana”, perché “è lì che Dio vi attende” per offrire “il meglio di voi stessi”.
Alberto Bobbio