07/12/2012
Il teologo Silvano Sirboni.
Vedo che a Messa vi sono persone che stanno
in ginocchio e altre in piedi. Non vi è una
norma uguale per tutti?
Giorgio P. - e-mail
Dal XIII secolo, cioè da quando fu inserito
nella Messa il rito dell’ostensione del pane
e del vino consacrati (cioè l’elevazione)
i fedeli, che abitualmente stavano in piedi,
presero la consuetudine di mettersi in ginocchio
per un breve momento di adorazione.
Con l’avvento del banchi (XVII secolo)
i fedeli, che “assistevano” alla Messa in
latino recitando preghiere privatamente,
finirono per restare in ginocchio
quasi per tutto il
tempo, ciascuno secondo la
propria sensibilità.
Con la riforma liturgica
del Vaticano II è stato restituito
all’assemblea il suo ruolo
di soggetto celebrante che
si manifesta nell’unità dei gesti
e delle voci. L’attuale norma prevede,
con una certa libertà, che i fedeli «s’inginocchino
alla consacrazione, a meno che lo impedisca
lo stato di salute, la struttura del luogo
o il gran numero di presenti o altri ragionevoli
motivi. Quelli che non si inginocchiano
alla consacrazione, facciano un profondo
inchino mentre il sacerdote si genuflette
dopo la consacrazione». Dove c’è la consuetudine
(quindi non si tratta di instaurarla) si
può stare in ginocchio dall’acclamazione
del Santo fino alla conclusione della preghiera
eucaristica.
La Messa non è il luogo
della devozione privata, ma il luogo per manifestare
chiaramente, con l’uniformità dei
gesti, la comunione ecclesiale.
Silvano Sirboni