26/08/2012
Perché si trascura il comando di Cristo sulla
comunione anche con il vino, mentre si prendono
alla lettera le sue parole sul matrimonio?
Graziano B.
Fin dai primi secoli la comunità cristiana
non ha avuto difficoltà a dare la comunione
anche con uno solo dei due elementi eucaristici.
I cristiani portavano nelle case private il
pane consacrato per cibarsene quotidianamente.
Così era anche per coloro che erano in
catene per la fede. Nel sacramento del matrimonio
la “materia” non è costituita da cose,
ma da due persone che formano come una sola
carne.
La Chiesa ritiene doveroso difendere
l’identità di questo sacramento le cui caratteristiche
sono l’unicità e l’indissolubilità. La
Chiesa d’Oriente, pur condividendo la stessa
dottrina sul sacramento nuziale, ha una disciplina
improntata maggiormente alla misericordia.
Dopo un congruo e serio itinerario penitenziale
riammette i divorziati risposati alla
comunione sacramentale, pur non riconoscendo
più nella nuova unione
la realizzazione dell’ideale
evangelico. Una più approfondita
riflessione al riguardo fu
auspicata nel 1998 anche
dall’allora cardinale J. Ratzinger
(cfr. Sulla pastorale dei divorziati
risposati, p. 27).
Silvano Sirboni