30/08/2012
Se la liturgia penitenziale all’inizio della
Messa rimette i peccati non gravi, quali sono
quelli da confessare attraverso il sacramento
della riconciliazione?
Lettera firmata
Il peccato mortale, così denominato perché
rompe l’alleanza (amicizia) con Dio,
presuppone una triplice convergenza: azione
grave, piena avvertenza (consapevolezza)
e deliberato consenso (libertà-responsabilità).
A riguardo della gravità, già
l’esperienza conduce a distinguere tra una
scortesia e una calunnia; tra un mancato
aiuto e un tradimento, tra un atto singolo
cattivo e un atteggiamento cattivo.
La via del ritorno a Dio è il pentimento
(contrizione, dolore), motivato da amore.
Tale pentimento interiore – come è
detto nel Catechismo della Chiesa
cattolica, n. 1452 – «rimette le colpe
veniali, ottiene anche il perdono dei
peccati mortali, qualora comporti la
ferma risoluzione di ricorrere, appena
possibile, alla confessione sacramentale
». La liturgia penitenziale,
pertanto, se esprime sincero pentimento
e non si riduce a un rito formale, ottiene
il perdono dei peccati veniali ma anche
dei peccati gravi con l’obbligo della
confessione sacramentale appena possibile.
E prima di andare alla Comunione eucaristica,
a meno che risulti impossibile, al
momento, la confessione.
Luigi Lorenzetti