29/06/2012
Oggi i vescovi si occupano anche di finanza,
diplomazia, affari. Non esistono come al tempo
degli apostoli, «uomini di buona reputazione» ai
quali affidare questi incarichi?
Giacomo V. - Civate (Lc)
Veniamo da una storia nella quale erano tanti i preti e i vescovi che potevano fare tutto da sé. Un tempo, inoltre, le condizioni economiche del prete e del vescovo erano affidate solo alla sua amministrazione. A volte provenivano dal suo patrimonio personale (vedi i vescovi nobili), o comunque dai “benefici”, specie di fondazioni dotate di un patrimonio, di cui il titolare entrava in possesso (così si diceva), quando riceveva il compito di guidare una parrocchia o una diocesi. Grazie a Dio oggi non è più così, però la vischiosità di questa storia influisce ancora sulla mentalità di molti.
Vi si aggiunga la scarsa considerazione del ruolo dei laici nella vita della comunità cristiana, che il concilio Vaticano II ha voluto venisse superata, ma che ancora stenta a esserlo veramente. Bisogna che cresca la fede nei carismi di ciascuno e che la competenza professionale sia riconosciuta come un carisma, in modo che le incombenze siano distribuite in base alle competenze.
Severino Dianich