Incarichi dei vescovi

29/06/2012

Oggi i vescovi si occupano anche di finanza, diplomazia, affari. Non esistono come al tempo degli apostoli, «uomini di buona reputazione» ai quali affidare questi incarichi?

Giacomo V. - Civate (Lc)


Veniamo da una storia nella quale erano tanti i preti e i vescovi che potevano fare tutto da sé. Un tempo, inoltre, le condizioni economiche del prete e del vescovo erano affidate solo alla sua amministrazione. A volte provenivano dal suo patrimonio personale (vedi i vescovi nobili), o comunque dai “benefici”, specie di fondazioni dotate di un patrimonio, di cui il titolare entrava in possesso (così si diceva), quando riceveva il compito di guidare una parrocchia o una diocesi. Grazie a Dio oggi non è più così, però la vischiosità di questa storia influisce ancora sulla mentalità di molti. Vi si aggiunga la scarsa considerazione del ruolo dei laici nella vita della comunità cristiana, che il concilio Vaticano II ha voluto venisse superata, ma che ancora stenta a esserlo veramente. Bisogna che cresca la fede nei carismi di ciascuno e che la competenza professionale sia riconosciuta come un carisma, in modo che le incombenze siano distribuite in base alle competenze.

Severino Dianich
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Postato da Franco Salis il 30/06/2012 14:40

Mi scuso per l’eccessiva lunghezza, ma tutta la mattinata nel sforbiciare compresi il riporto delle citazioni: abbiate pazienza, leggetelo se volete, a rate. Questa volta parto da una espressione profana di Dario fo: l`operaio conosce 300 parole, il padrone 1000: per questo è lui il padrone -1969 commedia in due atti. E’ una affermazione alla quale mi sono sempre ribellato e mi ribello con tutte le mie forze, quelle che mi sono rimaste. Stante questa affermazione, chiunque ne sappia più di me - e non ci vuole molto – mi vorrebbe soggiogare. No, non l’accetto, anche perché in contrasto col vangelo là dove dice : " Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenute nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Si, o Padre, perché così è piaciuto a te". (Mt 11, 25-26) . Chi mi dice che il Papa non sia “un sapiente del Tempio” chi mi dice che in lui il grande ingannatore non si sia nascosto per trarre in inganno i “più piccoli” Non potendo dare una risposta sicura faccio riferimento ad un criterio di discernimento : La presenza dell’Amore. Ho letto il documento su Avvenire e debbo riconoscere che è ordinato non appesantito dalle numerose citazioni, corposo scorrevole , ma è sotteso alla dimostrazione che egli è il vicario di Cristo. Ma Gesù dice anche il discernimento deve avvenire “nelle sue opere”. In altra parte del vangelo(Matteo7-15,16,17,18,19,20,21 ) Nella genesi (3, 15) “Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno». Chi è questo “tu” l’umanità , il falso profeta o un successor del maggior Piero? Il dubbio deriva dal continuo accreditarsi della “roccia” di converso (Giov II,16 )e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato. C’è qualcuno che dubita che il vaticano sia un luogo di mercato? Eppure la gerarchia lo nega continuamente Di qui la necessità del discernimento non sulla base della “competenza teologica” ma dal criterio dell’Amore .Il Papa “ Nel brano del Vangelo di san Matteo che abbiamo ascoltato poco fa, (cfr Mt 16,16-19). » (16,22). E Gesù a sua volta replicò: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo...» (v. 23). Il discepolo che, per dono di Dio, può diventare solida roccia, si manifesta anche per quello che è, nella sua debolezza umana: il papato costituisce il fondamento della Chiesa pellegrina nel tempo; dall’altra, lungo i secoli emerge anche la debolezza degli uomini, che solo l’apertura all’azione di Dio può trasformare.” Successivamente continua (Gv 20,22-23).E' sempre il Papa che parla “Alla luce di questi parallelismi, appare chiaramente che l’autorità di sciogliere e di legare consiste nel potere di rimettere i peccati”. Partendo dal diniego che è padrone colui che conosce mille parole, mi arrogo il diritto di cogliere ciò che le mie trecento parole mi consentano di comprendere e rispedire al mittente le altre, per es. l’espressione: “ che naturalmente non ha ricevuto per se stesso” appare una forzatura. Perché è così naturale e non naturale il contrario? La risposta ce la dà lo stesso Papa quando (Angelus del 30.01.2012) afferma: “Spesso per l’uomo l’autorità significa possesso, potere, dominio, successo. Per Dio, invece, l’autorità significa servizio, umiltà, amore; significa entrare nella logica di Gesù che si china a lavare i piedi dei discepoli (cfr Gv 13,5), che cerca il vero bene dell’uomo, che guarisce le ferite, che è capace di un amore così grande da dare la vita, perché è Amore . Che cosa fa in vaticano il Papa se non questi aspetti umani? Tuttavia è lo stesso Papa che ci suggerisce il discernimento, in una parola “L’AMORE” . E’ incomprensibile che Gesù affidi le “chiavi” a chi sa che potrà agire anche secondo la “carne”. Sempre dall’angelus del 31.01.2012 “Non così, invece, accadeva agli scribi, che dovevano sforzarsi di interpretare le Sacre Scritture con innumerevoli riflessioni. Inoltre, all’efficacia della parola, Gesù univa quella dei segni di liberazione dal male”. Non pretendo che Ora il Papa essendo vicario, e non titolare, faccia un miracolo prima della catechesi, ma pretendo un atto di purificazione. Perché prima di parlare non “confessa” uno specifico peccato anzi ché negarlo? Non sarebbe questo un modo di andare “oltre la parola e penetrare in essa”? Mai che un successore del maggior Pietro abbia detto: “vade retro Satana, tu mi sei di scandalo” . Il Papa è il capo della cristianità (lo detto anche lui stesso al Bundestag di Berlino),ma non ha detto di essere stato eletto con meccanismi perversi : è lo stesso Papa che elegge il suo successore. Vi è l’intervento dello Spirito Santo? E chi mi dice che non sia invece per intervento del Maligno? Lo ha detto Gesù vedi sopra. Date uno sguardo alla storia. Per il secondo passo riportato, dico che a parte l’ illegittimo uso che se ne è fatto e che se ne fa dello “Te absolvo” (simonia), viola un principio cardine per cui “tutto è possibile a Dio” anche che “un prete (pardon un cammello) passi per la groma di un ago”. Allora può accadere che uno non assolto, vada in cielo ( Vedi solo per esempio Piergiorgio Welby e uno assolto ,magari per generose donazioni, vada all’inferno (mi rifiuto di fare nomi). Possiamo dire che Dio, potendo tutto, può anche rinunciare ad una parte della sua sovranità? Ma che uso ne hanno fatto i papi di questa “delega”. Gesù ha dato a Pietro il comando di trasmettere l’”Amore” non il “potere” Il papa invece nonostante privato quasi del tutto del potere temporale, di fatto lo esercita avvitandolo con quello religioso e quindi inquinando quest’ultimo . Perché l’uso del futuro nell’ espressione “mala non prevalebunt”? Io non sono esegeta, ma mi sono convinto che la “roccia è Cristo e i mala sono i papi”. Allora non è vicario di Cristo. E pur tuttavia la Chiesa (la roccia)continuerà ad esistere come ha continuato sino ad oggi nonostante il trascinamento in catene del Papa Pio VII, per esempio, le mascalzonata del Papa Borgia . Guarda un po’ che tutto il lineare discorso è finalizzata ad auto confermarsi vicario di Cristo: è una forzatura che nasconde l’inganno come l’essere padrone In quanto conoscitore di mille parole. Concludo i giovani a piazza San Pietro, hanno fatto bene e non è contradditorio.Adiosu.

Postato da santrev il 29/06/2012 22:55

Quando si dedicano ai Rom, come ha fatto il card. Tettamanzi, e magari li va a trovare a casa loro, leggiamo come esponenti di spicco di Comunione e Liberazione siano pronti a denigrarli sulla stampa. Oggi la chiesa è prima di tutto politica, vedi IOR, ICI, incontro Bertone Tremonti, poi forse se avanza tempo, un bel sermone dal pulpito....! Ho assistito qualche anno fa all'incontro-scontro tra il vescovo di Verona e Margherita Hack. Quel vescovo sarà anche un bravo ragioniere od economo, ma come rappresentante del gregge di quella diocesi a me ha fatto pena. Se anche i vescovi vivessero la realtà in mezzo al loro gregge, forse troverebbero maggior attenzione! Il grave è che in Vaticano di tutto questo non interessa a nessuno. Povera chiesa!

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