Il teologo don Silvano Sirboni. La foto di copertina, che ritrae delle urne cinerarie, è dell'agenzia Corbis.
Marco S.
Una legge civile del 2001 in
materia di cremazione contempla
anche, a precise condizioni,
l’affidamento dell’urna cineraria
ai familiari. Pur comprendendo
le profonde ragioni
affettive all’origine di tale
scelta, le norme della Chiesa,
senza giungere a un’esplicita e generalizzata
condanna, esprimono una profonda contrarietà
alla conservazione delle ceneri in case
private, anziché nel cimitero. È una posizione
suggerita da ragioni non solo ecclesiali, ma
anche molto umane. Per il cristiano la morte
non separa da quella comunione ecclesiale di
cui il cimitero è segno.
Il cimitero è per i cristiani
una manifestazione di fede in quella
Chiesa che unisce nella vita terrena e anche
oltre la morte. La vita cristiana non è una faccenda
privata, ma di relazione con gli altri...
anche dopo la morte. Dal semplice punto di
vista umano la presenza delle ceneri nella casa
privata rischia di imprigionare il lutto in
un individualismo intimistico e ossessivo che
potrebbe sfociare anche in disturbi psicologici.
Inoltre, a lungo andare, l’urna potrebbe diventare
una presenza ingombrante per la generazione
successiva... se non prima.