10/12/2010
Da una parte si dà per scontato che l’omosessualità sia una condizione naturale mentre dall’altra viene vista come una devianza o un vizio. Come è possibile una così distante valutazione della condizione omosessuale?
Francesco V. - Siena
Gli antichi dicevano che nelle questioni complesse bisogna sempre distinguere per evitare di sbagliare. Lo faremo anche noi. Anzitutto distinguiamo tra la persona e le inclinazioni della persona. Una persona non può essere giudicata in base alle sue inclinazioni, perché in questo caso dovremmo giudicarci tutti abbondantemente viziosi.
Infatti tutti abbiamo i vizi capitali che ci inclinano a vivere viziosamente. Ciò che ci rende viziosi non sono le inclinazioni, ma il modo con cui gestiamo le inclinazioni. Tutti siamo tendenzialmente superbi, collerici, invidiosi, accidiosi, golosi, lussuriosi, avari. Ma tutti abbiamo anche il potere di scegliere come comportarci, cioè se assecondare queste inclinazioni o contenerle o addirittura incanalarle in un progetto di crescita umana.
La stessa cosa vale per l’inclinazione sessuale. Non solo quella omosessuale, ma anche quella eterosessuale. I manuali di morale hanno elencato un serie di comportamenti eterosessuali viziosi, ma hanno anche insegnato come vivere la eterosessualità perché diventi umana e umanizzante. La stessa cosa vale per l’omosessualità. C’è un modo vizioso di vivere l’omosessualità e un modo virtuoso. Dipende da come la persona sceglie di vivere questa sua inclinazione.
Qui però è necessario ricordare una nuova distinzione. Noi sappiamo che ogni persona umana porta in sé l’esigenza della socialità, cioè si sviluppa pienamente come persona umana relazionandosi con le altre persone. Il Signore lo ha indicato chiaramente quando ha detto che «non è bene che l’uomo sia solo». Tra le diverse relazioni a cui l’uomo dà vita per diventare pienamente uomo, la più sentita è la relazione personalizzata di affettività e di amore. È una esigenza che nasce non dall’inclinazione sessuale, ma dalla natura stessa della persona. Tutti sentono il bisogno naturale di creare una relazione personalizzata di amore con un’altra persona, sperando che quest’altra persona risponda a questo amore.
A questo punto entra l’inclinazione sessuale. C’è chi cerca questa relazione con una persona di sesso diverso, e così dà origine a una storia che presenta delle grandi ricchezze per le persone stesse e per la comunità, ma a condizione che vivano la relazione interpersonale eterosessuale in modo virtuoso. E c’è chi invece cerca questa relazione con una persona dello stesso sesso, e così dà origine a una storia che non presenta tutta la ricchezza della relazione eterosessuale per le stesse persone e per la società; ma può essere una relazione costruttiva a condizione – anche in questo caso – che viva la relazione interpersonale omosessuale in modo virtuoso.
Cosa vuol dire “vivere in modo virtuoso?” Oggi si sono dimenticate anche le regole elementari della vita umana e cristiana. Vivere in modo virtuoso significa concepire e vivere la vita in una prospettiva di fede, di speranza, di carità; ma anche di prudenza, di giustizia, di fortezza, di temperanza. Sono le virtù teologali e morali che formano l’ossatura morale e cristiana della persona.
Le persone eterosessuali o omosessuali devono essere consapevoli che tutto dipende dal modo con cui intendono gestire le loro inclinazioni sessuali, ma sapendo in partenza che la relazione omosessuale è oggettivamente più povera della relazione eterosessuale, e sembra più difficile da vivere in modo virtuoso.
Giordano Muraro