Sono cristiano-ortodossa, ma volevo che le mie figlie seguissero la religione cattolica. Una, però, non ha potuto accedere alla prima Comunione poiché prima io dovevo diventare cattolica, l’altra per lo stesso motivo non ha ancora ricevuto il dono del Battesimo. È lecito tutto ciò?
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Postato da giannifilex il 07/01/2013 02:47
è incredibile come in ogni contesto esistano delle regole, in palestra,in piscina,in discoteca,in biblioteca e va sempre bene, mentre l'unica organizzazione dove si rifiutano è la Chiesa cattolica.(non parlo delle altre religioni perchè li è la gente stessa che le fa osservare e senza tante remore). Ma se uno è di un'altra religione , perchè vuole avere due "tessere"? per avere più sconti?
Postato da LucianoT il 10/12/2012 01:30
E' deprimente constatare che, con la "risposta" del teologo, si sia persa l'opportunità di spiegare con il cuore la situazione al di là della citazione del Vademecum, di cui non possiamo che (da cattolici) prendere atto, rispettandolo (il Vademecum). La strada che dovrebbe portare all' "ut unum sint" è fortunatamente (e nonostante l'aridità di certa pseudo-teologia burocratica) costellata di prassi che non vuol dire confondere e confondersi, ma è un cercare di camminare insieme, cattolici e cristiani non cattolici, per dare al mondo la testimonianza dell'Amore di Dio manifestato in Cristo Gesù; quel Cristo dal cui nome tutti siamo segnati, pur nella diversità. Il cammino sembra ancora lungo e faticoso....
Postato da Patrizia il 09/12/2012 23:33
Purtroppo capita spesso che anche in ambito religoso si dia più importanza alla forma che alla sostanza e che le regole stravolgano il senso delle cose: questo è secondo me un atteggiamento non coerente con l'insegnamento evangelico. Ma non siamo tutti cristiani? Si parla tanto di ecumenismo e poi si stabiliscono regole che servono solo a creare distanze. Saluti. Patrizia
Postato da genepi il 09/12/2012 23:08
Cara "sorella" Elena, quando qualcuno si rivolge a "una parte" della chiesa, quella parte che "dovrebbe" servire il popolo di Dio (cioé la Chiesa), anziché interrogare la Parola del Signore, risponde con motivazioni politiche, come se noi credenti fossimo proprietà dei vassalli del re (papi, patriarchi, vescovi, parroci). Hai letto bene la "risposta" del vademecum? "il bambino....apparterrà alla Chiesa orientale non cattolica del padre", qui siamo all'assurdo: le "colpe" dei genitori ricadono sui figli (come per il semplice fatto di essere nati in un territorio sotto l'influenza di una confessione religiosa "cristiana" fosse una scelta personale). In altre parole, noi paghiamo e stiamo pagando scelte fatte da altri, dai tempi dello scisma orientale (dell'anno 1043), per pure questioni di potere. Non ti meravigliare quindi, se ancora oggi qualcuno antepone la parola di uomini che si fanno chiamare "padri" ( e qui il Signore è stato chiaro, Mt.23) alla Parola del Signore, sono figli del loro tempo. Fraternamente, giancarlo
Postato da volpina il 09/12/2012 14:56
più che la risposta di un teologo mi sembra quella di un impiegato dell'agenzia delle entrate. Che tristezza!
Come si può definire “apostolo” Paolo di Tarso, dato che non ha conosciuto Gesù e non ha fatto parte dei Dodici? Mario V. Effettivamente per l’autore degli Atti degli Apostoli soltanto i...
Giuseppe Pulcinelli