21/01/2013
Risponde il teologo Silvano Sirboni.
Qualche volta mi piacerebbe entrare in chiesa per pregare, ma sovente nella mia città,
come altrove, trovo le porte chiuse. Perché?
Filippo P.
È legittimo e lodevole il desiderio di
pregare nel silenzio di una chiesa, specie
in adorazione davanti al tabernacolo
che custodisce l’Eucaristia. Come saprà
anche chi ha posto questa domanda,
non solo tante chiese non hanno
più un sacerdote fisso, ma dopo molti
furti e gesti vandalici è diventato rischioso
tenere aperta la chiesa tutto il giorno senza un’adeguata
vigilanza.
Non è sempre possibile trovare persone
adatte e disponibili per questo servizio. La conoscenza
della storia e della teologia ci aiuta, tuttavia, ad accettare
con serena rassegnazione anche questo disagio e
privazione. Infatti, in origine, le chiese sono sorte principalmente
per accogliere l’assemblea celebrante. La
preghiera privata aveva luogo fra le mura domestiche.
Essa può trovare spazio ovunque anche se non si può
negare che, soprattutto oggi circondati come siamo dai
rumori e dai ritmi frenetici della vita, l’ambiente di
una chiesa non solo favorisce il raccoglimento, ma evoca
la nostra permanente unione di preghiera con tutta
la comunità dei credenti in Cristo.
Silvano Sirboni