24/03/2012
L'Italia è caratterizzata dalle numerose parole che si spendono in favore della famiglia e dalle pochissime risorse economiche che si investono. Si tende, infatti, a considerarla una spesa e non un investimento non volendo prendere in considerazione quanto, invece, il sostegno alla famiglia potrebbe rendere anche in termini di "vile " denaro. Tra le varie motivazioni di questo paradosso, così definito dall'economista Vera Zamagni, c'è sicuramente anche l'esagerato coinvolgimento della persona al mondo del lavoro, tale da rendere difficoltoso il dare alla famiglia il suo reale valore.
La studiosa, sulla rivista Famiglia Oggi (n.2/2012) affronta questo tema nell'articolo Procedere verso l'armonizzazione, individuando tre nuove azioni da compiere per superare il ritardo con cui il nostro Paese va incontro alla promozione della famiglia.
Innanzitutto Vera Zamagni spiega che è necessario, contrariamente a quanto succede ora, imparare a considerare la famiglia
come soggetto economico dotato di una propria identità perché: «mentre i benefici che la famiglia produce si
distribuiscono sull’intera collettività e su più generazioni, i costi di
produzione degli stessi ricadono sul
presente della famiglia. E’ questa asimmetria a rendere, oggi, la famiglia
particolarmente fragile».
In secondo luogo, l'economista, sottolinea, in relazione al mondo del lavoro, l'importanza di superrare la questione
del divario di genere e delle conseguenti disparità salariali tra uomini e
donne: «
Si tratta di fenomeni non solamente ingiusti e
incivili, ma anche economicamente dannosi, di cui è urgente prendere atto se ci
si vuole incamminare sulla via della effettiva complementarità tra coniugi. In
un tempo come l’attuale, in cui quasi il 60% dei laureati sono donne con una performance
professionale che è, in media, superiore a quella degli uomini a parità di
livello di istruzione e di settore produttivo, insistere a “tenere a casa” le
donne equivale a volere la distruzione della famiglia e l’ulteriore
abbassamento del tasso di natalità».
Infine Vera Zamagni invita a riconcettualizzare il sistema di welfare: «il ridisegno del sistema
fiscale, la flessibilizzazione degli orari di lavoro, l’introduzione di servizi
specificamente mirati ai bisogni della famiglia da parte di enti pubblici e di imprese
sono tutte misure che fioriranno in modo direi quasi “naturale”, producendo una
vita più armoniosa per tutti. Si passerà così dalla conciliazione
all’armonizzazione».
Orsola Vetri