Conciliare lavoro e famiglia, il Forum attacca

Un documento presentato ieri alla Camera individua alcuni meccanismi che possono aiutare le famiglie. Ascolterà stavolta il governo Monti?

23/03/2012
Foto Thinkstock
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L’istituzione di un fondo paritetico con i contributi volontari dei lavoratori, con quelli dei datori di lavori e con alcuni sgravi fiscali - per sostenere ulteriori strumenti di flessibilità nel lavoro rispetto a quelli già esistenti - e il potenziamento del lavoro part-time, strumento poco amato dalle aziende italiane. Queste in sintesi le richieste del Forum delle Associazioni Familiari in tema di conciliazione tra famiglia e lavoro contenute in un documento (che alleghiamo in formato pdf) presentato ieri alla Camera dei Deputati. Un documento  che, si spera, verrà preso in considerazione nel momento in cui il governo sta operando grandi trasformazioni nel mondo del lavoro attraverso una generale riforma, che sta riempiendo le pagine dei giornali di questi giorni.

La proposta è stata fatta propria da molti parlamentari e sindacalisti presenti all’incontro: gli onorevoli Baio, Baldassarri,  Binetti, Capitanio, Galletti, Lucà, Pezzotta e Roccella, oltre ad alcune rappresentanze delle parti sociali tra cui Cisl, Uil e Ugl. Come si legge in un comunicato stampa «l’impegno di tutti, anche in rappresentanza dei rispettivi gruppi, è quello di sostenere la proposta nelle aule parlamentari e nella società, trasformandola in un emendamento al disegno di legge sulla riforma del mercato del lavoro che dovrebbe essere presentato dal governo. In tal modo la proposta del Forum troverebbe il sostegno di tutte le principali formazioni politiche». Il presidente del Forum, Francesco Belletti, ha dichiarato che «la proposta sulla conciliazione famiglia-lavoro presentata costituisce solo una delle quattro gambe, insieme alle proposte riguardanti sistema fiscale, welfare e scuola, della “vertenza famiglia”, che caratterizza da anni l’iniziativa dell’associazionismo familiare. Tutti temi che, sia pure a costo zero, sembra siano finiti nelle secche dell’emergenza economica». «Buona parte della manovra anticrisi è a carico delle famiglie e colpisce in maniera pesante i bilanci familiari; il governo, stando ai segnali che ci arrivano dai primi provvedimenti, non intende assumere la famiglia come dimensione qualificante delle politiche economiche. Ciò ci sembra un fattore di arretratezza culturale e di non equità fiscale», ha aggiunto Belletti. Insomma, chiosa il presidente «si esce dall’emergenza e si avvia la ripresa solo nella misura in cui si danno prospettive alla famiglia, vero locomotiva dell’economia italiana». Un messaggio in bottiglia già lanciato a più riprese in passato e ripreso drammaticamente anche dal sociologo Pierpaolo Donati martedì scorso alla presentazione del Rapporto Cisf 2011 sulla coppia. Passerà stavolta?

Stefano Stimamiglio
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