13/06/2012
La sedia utilizzata da Papa Bendetto XVI durante la S. Messa a Bresso in occasione del VII Incontro mondiale delle famiglie.
La sedia (in dialetto brianzolo “cadrega”) utilizzata da Benedetto XVI per l’Incontro mondiale con le famiglia è tornata in Brianza, patria del mobile e della lavorazione del legno.
Insieme ai calici e alle pissidi la sedia (tecnicamente la “sede papale”), dono dalla Confartigianato di Monza e Brianza, è stata realizzata a forma di ogiva per evocare le vetrate gotiche del duomo di Milano che davano luce alla struttura geodetica sotto cui è sta celebrata la messa. Nello stesso tempo richiama la forma della mitria papale. Al campo volo dell’aeroporto di Bresso, finita la cerimonia, l’intraprendente parroco di Giussano, don Norberto Donghi ha adocchiato la bellissima sede papale e coraggiosamente si è fatto avanti, chiedendola in dono per la sua parrocchia a mons. Erminio De Scalzi che gli ha risposto: «Sei il primo che me la chiede… prendila!».
Da domenica scorsa, dunque sull’altare maggiore della chiesa dei santi apostoli Filippo e Giacomo, che vanta il titolo di basilica minore, i fedeli giussanesi e no possono ammirare la splendida “sede” utilizzata da papa Benedetto XVI e che, realizzata in legno di rovere (quercia) e ulivo, ricorda sai la robustezza della famiglia (“quercia” e “forza” hanno la stessa radice latina: robur-roboris), sia la pace e la dolcezza dell’amore coniugale e filiale (“i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa” ricorda il salmo 127).
La
“sede” è affiancata dai quattro sedili laterali che sono stati
utilizzati dai cardinali Scola, Antonelli, Bertone e Tettamanzi:
due rimangono sull’altare, due sono state destinate da parroco per
due chiese minori di Giussano, città di 25.000 abitanti che comprende
frazioni come Paina, Robbiano e Birone.
L'esterno della chiesa di Giussano che ospita la sedia del Papa.
Commenta don Norberto: «Per noi è stata una grande
soddisfazione, un segno che ci ricorda la bellezza e la grandezza
dell’evento vissuto domenica con Benedetto XVI, un ricordo tangibile
della sua presenza tra noi che ci richiama fisicamente all’unità con il
Vicario di Cristo in terra, segno di comunione con tutta la Chiesa».
Alfredo Tradigo