02/06/2012
Foto Reuters.
Il futuro dell’Italia sono le mamme straniere. In un’Italia sempre più anziana e poco feconda, sono le donne immigrate dal Senegal e dal Perù, dalla Romania e dalle Filippine, dal Marocco e dall’Ecuador a tenere in piedi il tasso di natalità. Come ha rilevato una recente ricerca curata da Laura Zanfrini, responsabile del settore Economia e lavoro della Fondazione Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) di Milano, le donne straniere si sposano e diventano madri prima di quelle italiane.
In Lombardia circa i due terzi delle 480 mila immigrate hanno un figlio, più spesso due, con una media generale di quasi due figli a testa (che spesso diventano tre e anche di più). Nel 2010 in Italia sono nati oltre 78 mila bambini da coppie straniere. La maggior parte da madri immigrate dal continente africano (oltre 25 mila), più di 14 mila dalla Romania. E quasi 13 mila bambini sono nati nel nostro Paese da genitori marocchini.
Un fenomeno problematico sul quale la ricerca mette l’accento è quello delle mamme separate dai figli, costrette a emigrare per cercare lavoro e a lasciare i loro bambini in patria (con i nonni o altri parenti), inventandosi il difficile ruolo di madri a distanza. Sarebbero 162 mila i figli delle donne immigrate in Lombardia che vivono nel Paese di origine: gli “orfani dell’immigrazione”.
Con il passare del tempo, comunque, aumenta il numero delle donne immigrate che vivono in Italia con i loro figli, nati qua oppure ricongiunti: i bambini delle immigrate “lombarde”, ad esempio, sono almeno 475 mila. Un fenomeno di notevoli proporzioni, che incide sensibilmente sul ricorso ai servizi sanitari e di welfare: nell’ultimo anno quasi una mamma straniera su due in Lombardia ha effettuato almeno una visita specialistica, il 35% ha usufruito del pronto soccorso e il 16% ha avuto un ricovero in ospedale.
Giulia Cerqueti