23/04/2012
Signore, io sono Irish è una delle più celebri canzoni dei New Trolls. Tratta dalla poesia omonima dell'autore genovese Riccardo Mannerini, dopo varie elborazioni sfocia, grazie al contributo di Fabrizio De andré, nel testo che troviamo all'interno del concept album Senza orario e senza bandiere (1968). Narra la storia di un uomo che ogni giorno va a lavorare a piedi a trenta miglia da casa e chiede a Dio una bicicletta per raggiungere il luogo di lavoro ma meglio si comprende questo bellissimo testo ricordando che proprio l'autore spiegò al figlio Ugo che la bicicletta rappresenta la Fede:
Signore, io sono Irish,
quello che non ha la bicicletta
Tu lo sai che lavoro e alla sera le mie reni non cantano
Tu mi hai dato il profumo dei fiori, le farfalle, i colori
E le labbra di Ester create da Te
Quei suoi occhi incredibili solo per me
Ma c'è una cosa, mio Signore che non va
Io che lavoro dai Lancaster a trenta miglia dalla città
Io nel Tuo giorno sono stanco, sono stanco come non mai
E trenta miglia più trenta miglia sono tante a piedi lo sai
E Irish Tu lo ricordi, Signore, non ha la bicicletta
Nel Tuo giorno le rondini cantano la Tua gloria nei cieli
Solo io sono triste, Signore, la Tua casa è lontana
Devo stare sul prato a parlarti di me
E io soffro, Signore, lontano da Te
Ma Tu sei buono e tra gli amici che tu hai
Una bicicletta per il Tuo Irish certamente la troverai
Anche se vecchia, non importa, anche se vecchia mandala a me
Purché mi porti nel tuo giorno, mio Signore, fino a Te
Signore, io sono Irish,
Quello che verrà da Te in bicicletta.
Testo Riccardo Mannerini, arrangiamento Fabrizio De Andrè, musica New Trolls (Vittorio De Scalzi)
Orsola Vetri
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