02/06/2012
La cooperativa sociale ha un nome impegnativo e una storia emblematica. Si chiama Talità kum, “fanciulla, io ti dico alzati”, riecheggiando l’esortazione che Gesù rivolge a una bambina morta, restituendole nuova vita; nasce quattro anni fa dalla speranza di alcuni giovani calabresi che hanno scelto di mettere i propri talenti al servizio della terra natale. Un gesto concreto, fiorito all’interno del Progetto Policoro, l’iniziativa della Conferenze episcopale italiana per creare opportunità di impiego nell’Italia meridionale.
«No, non mi sento a disagio nell’esporre, e cercare di vendere, olio e altri prodotti tipici qui, in Fiera; il lavoro, d’altronde, c’entra con la famiglia sia in positivo che in negativo», dice Giovanni Pileggi, il presidente di Talità kum. «Io, ad esempio, a 40 anni non ho ancora potuto metter su famiglia, la mia, perché le entrate sono ancora precarie e non offrono certezze, nonostante non sia un bamboccione e non disprezzi la fatica». La cooperativa conta 9 soci. «Abbiamo cominciato dell’animazione e dell’intrattenimento per bambini e ragazzi arrivando alla produzione enogastronomica di qualità», conclude Pileggi.
Alberto Chiara