Africa, radio cattoliche sotto tiro

Uccisi due giornalisti in Tanzania e in Repubblica Centrafricana. Continuano le persecuzioni che nel 2012 ha visto morire oltre 100 mila cristiani, come ha ricordato il card. Bagnasco.

31/01/2013
Elisabeth Blanche Olofio
Elisabeth Blanche Olofio

Elisabeth Blanche Olofio è stata uccisa il 7 gennaio a Bambari, nella Repubblica Centrafricana, durante una raid di ribelli della coalizione Seleka nei locali della radio cattolica locale Bé-Oko. Il giorno dopo, l'8 gennaio, è stato invece trovato il corpo di Issa Ngumba, 45 anni, giornalista di Radio Kwizera, in Tanzania. Il corpo è stato ritrovato in una foresta non lontano dalla città di Kigamo. Issa Ngumba era impiccato e con una ferita di arma da fuoco al braccio sinistro. Era scomparso quattro giorni prima.

E' cominciato così, nel peggiore dei modi, il 2013 per i giornalisti nel mondo. Ma le voci di Elisabeth e Issa erano anche le voci di due cristiani e i loro nomi vanno ad allungare l'elenco delle vittime di questi ultimi mesi, uomini e donne massacrati soprattutto in Africa e in Asia. «Gli esperti parlano complessivamente di oltre centomila cristiani delle varie confessioni uccisi nel 2012», ha detto il cardinale Angelo Bagnasco, durante la sua prolusione del 28 gennaio in apertura del consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana. «Una cifra spaventosa», ha aggiunto Bagnasco, «che non può lasciar indifferente nessuno, singoli e istituzioni, tanto meno in nome di interessi economici e politici. Quanti soffrono e muoiono per Cristo lo fanno anche per noi, e noi li sentiamo nostri fratelli nonostante qualsiasi distanza».

Issa Ngumba, ucciso in Tanzania
Issa Ngumba, ucciso in Tanzania

La morte dei due giornalisti ancora una volta dimostra che le voci libere danno fastidio. E in molti Paesi africani questo ruolo di informazione libera, non asservita al potere, libera da condizionamenti, tocca proprio alle radio, strumenti agili di intrattenimento e informazione, molto radicati nel territorio.

Radio Kwizera è stata fondata nel 1995 dal servizio dei Gesuiti per i rifugiati in collaborazione con l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e con la diocesi cattolica di Rulnege-Ngara. La radio è nata con lo scopo di scambiare informazioni tra i rifugiati e le varie organizzazioni che lavorano per assisterli. In questi anni è stato molto forte il suo impegno per la diffusione di una cultura di pace e di convivenza in Africa.


Radio Bé-Oko è una radio della comunità di Bambari, nel cuore della Repubblica Centrafricana. La morte di Elisabeth Blanche Olofio è stata deprecata dal Direttore Generale dell'Unesco, Irina Bokowa, e da padre Jean Ignace Manéngou, presidente della Associazione delle radio comunitarie della Repubblica Centrafricana.

Roberto Zichittella
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