16/01/2013
Tutte le foto di questo servizio, copertina inclusa, sono dell'agenzia Ansa.
«Gesù non ci dice qualcosa di Dio, non
parla semplicemente del Padre, ma ci rivela il volto di Dio». Lo ha
detto Benedetto XVI, durante l’udienza generale nell'aula Paolo
VI. La novità del Nuovo Testamento, ha ricordato il Papa, è che «Dio si
può vedere, ha manifestato il suo volto, è visibile in Gesù Cristo».
Dio è «certamente sopra ogni cosa, ma si rivolge a noi, ci ascolta,
vede, parla, stringe alleanza, è capace di amare. La storia della
salvezza è la storia di questo rapporto di Dio che si rivela
progressivamente all’uomo, che fa conoscere il suo volto». Con
l’Incarnazione «la ricerca del volto di Dio riceve una svolta
inimmaginabile, perché questo volto si può ora vedere: è quello di Gesù,
del Figlio di Dio che si fa uomo».
Gesù «ci mostra il volto di Dio e ci
fa conoscere il nome di Dio». Egli «inaugura un nuovo modo di presenza
di Dio nella storia, perché chi vede Lui, vede il Padre».
In Gesù «anche
la mediazione tra Dio e l’uomo trova la sua pienezza». Infatti, «Gesù,
vero Dio e vero uomo, non è semplicemente uno dei mediatori tra Dio e
l’uomo, ma è ‘il mediatore’ della nuova ed eterna alleanza». In Lui
«possiamo invocare Dio con il nome di ‘Abbà, Padre’; in Lui ci viene
donata la salvezza».
«Il desiderio di vedere il volto di Dio è
insito in ogni uomo, anche negli atei. Abbiamo forse anche
inconsapevolmente questo desiderio, ma questo si realizza seguendo
Cristo», ha detto il Santo Padre. Così «vediamo Dio come amico, il Suo
volto nel volto di Cristo. È importante che seguiamo Cristo non solo
quando ne abbiamo bisogno, quando troviamo uno spazio di tempo tra le
mille occupazioni quotidiane, ma con la nostra vita. L’intera esistenza
deve essere orientata all’incontro con Lui, all’amore verso di Lui; e,
in essa, un posto centrale lo deve avere l’amore al prossimo,
quell’amore che, alla luce del Crocifisso, ci fa riconoscere il volto di
Gesù nel povero, nel debole, nel sofferente. Ciò è possibile solo se il
vero volto di Gesù ci è diventato familiare nell’ascolto della sua
Parola e soprattutto nel mistero dell’Eucaristia».
Nel Vangelo di san
Luca «è significativo il brano dei due discepoli di Emmaus, che
riconoscono Gesù allo spezzare il pane, ma preparati dal cammino con Lui
e dal dialogo che ha fatto ardere il loro cuore. Anche per noi
l’Eucaristia, preparata da una vita in dialogo con Gesù, è la grande
scuola in cui impariamo a vedere il volto di Dio, entriamo in rapporto
intimo con Lui; e impariamo, allo stesso tempo a rivolgere lo sguardo
verso il momento finale della storia, quando Egli ci sazierà con la luce
del suo volto».
Alberto Chiara