28/06/2011
Il cardinale Angelo Scola
Adesso tutti si domandano cosa cambierà Angelo Scola a Milano. E le analisi sono un diluvio di parole. Come se finora Tettamanzi abbia fatto cose sbagliate e Scola arriva per correggerle. Qui ci si astiene dal partecipare al giochetto. Benedetto XVI ha deciso che al posto del cardinale Tettamanzi, andato in pensione, alla guida della diocesi più grande del mondo arrivi il patriarca di Venezia Angelo Scola. Sulla nomina nelle scorse settimane i giornali hanno scritto di tutto e di più. Alcuni ritengono di aver tirato la volata al nuovo arcivescovo, altri ritengono di aver fatto di tutto per disinnescare la nomina. Si è raccontata la vicenda come uno scontro epocale dentro la Chiesa italiana, tra interessi e poteri.
La realtà è diversa. Dionigi Tettamanzi non ha sbagliato. Scola non va a Milano a correggere alcunché. Tettamanzi ha raccolto molte sfide e mai si è sottratto ad esse. Scola ha fatto lo stessa cosa a Venezia e in giro per il mondo, con il suo centro culturale Oasis, che oggi è la punta di diamante del dialogo interreligioso soprattutto con l’Islam. Pochi giorni fa Oasis ha organizzato l’unico seminario di studio e di approfondimento sulla vicenda delle piazze arabe della Chiesa. C’erano i principali studiosi mondiali. A Milano vivono 400 mila musulmani. Non hanno nemmeno una moschea per pregare. E’ l’unica grande città europea dove manca. Tettamanzi più volte ha sottolineato l’incongruenza. Scola non sarà da meno. A Milano c’è molta gente che ritiene il dialogo un segno di arrendevolezza. Sono gli stessi che criticano Tettamanzi e brindano a Scola. Ebbene saranno smentiti.
La forza di un arcivescovo non si misura dalla quantità di lobbies che stanno dalla sua parte, ecclesiastiche o laiche. Ma dalla sua capacità di raccontare il Vangelo. Vale a Milano, vale a Venezia e vale dappertutto. E’ valso per Tettamanzi e gli altri prima di lui e varrà anche per Scola e per tutti quelli che verranno dopo di lui. Nell’allegato Pdf pubblichiamo i due saluti: quello di Tettamanzi alla diocesi di Milano e quello di Scola ai milanesi (anche qui sotto). Leggerli attentamente fa capire molte cose. Ma una sopra tutte le altre: che la Chiesa non è organizzazione come le altre e che il criterio che la guida è essenzialmente uno, cioè l’amore per il mondo e per gli uomini i che vi abitano. Anche a Milano.
Alberto Bobbio