17/03/2012
L'arcivescovo di Canterbury e primate d'Inghilterra Rowan Williams con il papa Benedetto XVI. Foto Ansa (l'immagine di copertina è, invece, dell'agenzia Reuters).
L'arcivescovo di Canterbury getta la spugna. Nell’intervista
rilasciata alla “Press Association”, poche ore dopo aver
annunciato che si dimetterà da leader della comunione anglicana e
guida teologica della “Chiesa di Inghilterra” il prossimo
dicembre, l’arcivescovo Rowan Williams ha ammesso che l’aspetto
peggiore del suo lavoro è stata la sensazione che “ci saranno
dei conflitti che non se ne andranno, per quanto a lungo lotti contro
di essi” e che “non tutti sono desiderosi di evitare lo scisma”.
Ed è stata proprio la minaccia di una separazione irrimediabile
all’interno di questa comunione, avviata da Enrico VIII a metà 1500, che conta circa settantasette milioni di membri in tutto il
mondo, a pesare sui dieci anni che questo famoso intellettuale ha
trascorso alla guida della Chiesa di stato inglese.
Williams,
appena sessantadue anni, ritorna al mondo accademico, dal prossimo
dicembre, come responsabile del Magdalen college di Oxford, dove è già stato docente di teologia, lasciandosi alle spalle le profonde
divisioni sull’ordinazione di vescovi donne e gay che rischiano di
separare per sempre le province anglicane tra conservatrici e
liberali.
UN
BILANCIO POSITIVO
Eppure
nell’intervista Williams ammette che questi conflitti non lo hanno
risucchiato del tutto e che il bilancio del suo lavoro è positivo.
Sulla
questione dell’ordinazione delle donne vescovo, che ha portato
decine di pastori anglicani e centinaia di fedeli nella Chiesa
cattolica, grazie alla costituzione firmata dal Papa “Anglicanorum
coetibus” che permette agli anglicani di diventare cattolici
mantenendo forme della loro liturgia, Williams ha detto di essere
convinto che a un compromesso accettabile, sia a chi e’ favore
dell’ordinazione sia a chi è contro , si arriverà a luglio,
quando il Sinodo generale voterà sulla questione.
Della
secolarizzazione sempre più aggressiva che costringe le religioni
e le chiese cristiane a lottare per difendere il loro spazio
pubblico, Williams ha detto nell’intervista che è una cosa
positiva che ci si debba guadagnare il diritto a parlare più di
quanto sia avvenuto in passato.
L’OMAGGIO
DEL PRIMATE CATTOLICO
Tra
le prime personalità del mondo cattolico a esprimere un omaggio a
Rowan Williams, è stato il Primate di Inghilterra e Galles,
l’arcivescovo di Westminster, monsignor Vincent Nichols. “Negli ultimi
tre anni – ha detto – l’apprezzamento per le qualità
dell’arcivescovo Rowan è cresciuto sempre di più: la sua
gentilezza, il suo acuto intelletto, la sua dedizione alla ricerca di
armonia tra i popoli, in particolare all’interno della famiglia
cristiana, il suo coraggio e la sua amicizia. Mi mancheranno questi
tratti della sua personalità quando si dimetterà dal suo ufficio in
dicembre”.
Nichols
ha ricordato quell’abbraccio cosi’ caloroso che Williams diede a
Papa Benedetto durante la visita del Santo Padre a Lambeth palace nel
settembre 2010.
La
decisione di ordinare le donne vescovo allontana teologicamente
sempre piu’ la “Chiesa di Inghilterra” da quella cattolica ma
il dialogo ecumenico continua.
Proprio
la settimana scorsa l’arcivescovo Williams ha partecipato, con Papa
Benedetto XVI, alla celebrazione dei Vespri, in occasione del
millenario del Monastero camaldolese di san Gregorio al Celio. Al
termine di quell’incontro, l’arcivescovo ha espresso parole
ottimistiche per il futuro del dialogo ecumenico con Roma. “Stiamo
lavorando insieme per il Regno, stiamo pregando insieme. Certo,
abbiamo un ordine del giorno istituzionale impegnativo e non abbiamo
idea di come risolverlo. Nel frattempo però andiamo avanti, a
lavorare e a pregare con grande affetto”.
Il
nuovo arcivescovo, il centocinquesimo da quando Enrico VIII ruppe i
legami con Roma, verra’ nominato dalla Regina. La scelta’ viene
fatta dal Primo ministro entro una rosa di due nomi selezionati da un
comitato ad hoc. Sin
da quando Enrico VIII ruppe i legami con Roma l’arcivescovo di
Canterbury è nominato dai monarchi. Oggi la scelta è fatta, in nome
del sovrano, dal primo ministro, entro una rosa di 2 nomi selezionati
da un comitato ad hoc – la Commissione di nomine della Corona.
Silvia Guzzetti