17/10/2011
Uno speciale Anno della fede è stato annunciato da Benedetto XVI, che ne ha indicato le motivazioni, le finalità e le linee direttrici nella Lettera apostolica Porta fidei . L’inizio è previsto per l’11 ottobre 2012, 50° anniversario dell’apertura del Concilio ecumenico Vaticano II, e la conclusione sarà il 24 novembre 2013, solennità di Cristo Re dell’universo. Anche Paolo VI indisse un Anno della fede nel 1967, in occasione del 19° centenario del martirio degli apostoli Pietro e Paolo.
Rivolgendosi agli ottomila partecipanti al raduno mondiale promosso dal Pontificio consiglio per la nuova evangelizzazione – salutati come «i protagonisti dell’evangelizzazione nuova che la Chiesa ha intrapreso e porta avanti, non senza difficoltà, ma con lo stesso entusiasmo dei primi cristiani» – papa Ratzinger ha spiegato: «Ritengo che, trascorso mezzo secolo dall’apertura del Concilio, sia opportuno richiamare la bellezza e la centralità della fede, l’esigenza di rafforzarla e approfondirla a livello personale e comunitario, e farlo in prospettiva non tanto celebrativa, ma piuttosto missionaria, nella prospettiva, appunto, della missione ad gentes e della nuova evangelizzazione».
L’obiettivo che ha sollecitato il Pontefice è quello di proporre agli uomini del nostro tempo «uno sguardo complessivo sul mondo e sul tempo, uno sguardo veramente libero, pacifico». Archiviata «la nefasta stagione degli imperi totalitari del XX secolo» e «trascorso mezzo secolo dall’apertura del Concilio», è infatti giunto il momento di «richiamare la bellezza e la centralità della fede in prospettiva non tanto celebrativa, ma piuttosto missionaria».
Benedetto XVI ha auspicato che mediante le iniziative del nuovo
organismo vaticano, affidato alla presidenza dell’arcivescovo Rino
Fisichella, «la forza del Vangelo penetri le famiglie, gli ambienti di
lavoro, il mondo della cultura, la politica, la vita sociale». L’Anno
della fede, ha concluso, «sarà un momento di grazia e di impegno per una
sempre più piena conversione a Dio» e «per annunciare Cristo a chi non
lo conosce, oppure lo ha ridotto a semplice personaggio storico».
Saverio Gaeta