14/05/2010
Papa Benedetto XVI durante la Messa nel grande piazzale di Avenida dos Aliados a Porto.
Nella città più industriale del Portogallo, Porto “a capital do norte”, cuore nevralgico della vita economica e finanziaria del Paese, il Papa celebra la messa prima di tornare a Roma. E’ arrivato da Fatima in elicottero in quella che viene chiamata anche la “Cidade invicta”, perché non cedette né all’attacco dei mori né all’esercito imperiale di Napoleone.
E’ qui a Porto che si sente di più la crisi, città provata dalla disoccupazione, città dove più pesamente saranno le conseguenze della austerità imposta nei giorni scorsi dal governo socialista del presidente José Socrates. Ieri a Fatima Benedetto XVI aveva esortato le organizzazioni della pastorale sociale della Chiesa ad occuparsi dei poveri, degli immigrati, degli anziani e delle famiglie, che sicuramente nei prossimi mesi avranno meno soldi e più problemi ad arrivare alla fine del mese.
A Porto nell’omelia, davanti al presidente Cavaco Silva e alle autorità locali ripete che la Chiesa “non impone”, ma “sempre propone”, anche di fronte “agli enormi problemi dello sviluppo dei popoli”, che “quasi ci spingono allo sconforto e alla resa”. Eppure bisogna andare “sempre incontro agli altri”, ammonisce il Papa. Non affrontronta direttamente la questione delle crisi portoghese, ma prima di lasciare il Portogallo, nel saluto all’aeroporto, sottolinea la necessità della “concordia”, che dice essere “via necessaria per affrontare con responsabilità comune le sfide” che stanno dinanzi alla società portoghese.
La prepccupazione della Chiesa locale per la crisi economica è grande. Il vescovo ordinario militare monsignor Januario Torgel Ferreira, ha richiamato il governo all’ “equilibrio” e ha rilevato che i “poveri non possono diventare ancora più poveri”. Il presidente Cavaco Silva, commentando la visita del Papa, ha osservato che è stata “uno stimolo per il futuro e un segnale di speranza e di fiducia”.
Alberto Bobbio