14/03/2013
Povertà, riforme e vicinanza alla gente. Questi temi, secondo Giorgio Campanini, docente di Storia delle dottrine politiche e di Teologia del laicato, potrebbero caratterizzare il pontificato di Papa Francesco. Temi che si intravedono anche nella scelta del nome.
«La scelta del nome Francesco e nello stesso tempo l'insistenza con cui il nuovo papa ha ricordato la sua natura primaria di vescovo di Roma indicano, a mio parere, da una parte la centralità che nel suo pontificato potrebbe avere il tema della necessità di riformare la Chiesa, così caro a Francesco, e in parallelo un'altro punto strettamente collegato: la povertà della Chiesa. Nello stesso tempo l'insistenza sul concetto di "papa - vescovo di Roma", credo che porti a sottolineare il carattere decisamente pastorale che vuole dare al suo pontificato».
- Il Papa ha ricordato anche la sua provenienza dagli antipodi della terra
«Il fatto che il nuovo papa provenga da una terra lontana da Roma, come egli stesso ha ricordato nel suo discorso, potrebbe anche indicare una sorta di presa di distanza dagli stili e dai trionfalismi della curia romana. Una distanza non solo geografica ma anche nel modo di essere Chiesa»
- Come si esprime questa differenza?
«La Chiesa Latino Americana fu profondamente influenzata dalla Teologia della Liberazione. C'è ancora un cattolicesimo popolare, vicino alla gente, non troppo preoccupato delle questioni riguardanti il potere. Un cattolicesimo politicizzato nel senso della giustizia sociale e non nella conquista di posti nei vari governi. Un cattolicesimo fondato sulla lettura della Bibbia, sulle comunità autogestite e sul confronto ecumenico»
- Che apporto potrebbe avere questo cattolicesimo sulle Chiese d'occidente?
«Potrebbe aiutare l'occidente, intendo l'Europa, a modificare in parte l'impostazione tradizionale, qualche volta tradizionalista delle sue Chiese. E credo che in complesso Papa Francesco darà alla Chiesa un forte impulso riformatore. L'aiuterà a ritrovare il suo radicamento popolare, la sua vicinanza con la gente e la sua capacità di dialogo con le persone»
Orsola Vetri