27/10/2011
Nell'anno in cui si celebra il 150° anniversario dell'unità d'Italia, anche il 21° Dossier Statistico Immigrazione curato da Caritas/Migrantes presenta confronti con il passato. In Italia nel 1861 su poco più di 22 milioni di residenti gli stranieri erano 89 mila, cioè lo 0.4 per cento della popolazione. Nel 1951 gli stranieri erano 130 mila su una popolazione di 47 milioni e mezzo di persone. Al 31 dicembre 2010 su 60.626.442 residenti gli stranieri erano 4.570.317, cioè il 7,5 per cento della popolazione.
Andrebbero aggiunti altri 400 mila stranieri regolarmente presenti, ma non ancora registrati all'anagrafe. Gli immigrati irregolari sarebbero circa mezzo milione, uno ogni 10 in posizione regolare. Gli stranieri sono più numerosi al Nord Ovest(35 per cento). Seguono il Nord Est (26,3), Centro (25,2), Sud e Isole (13,5). Nel 2010 sono stati rilasciati oltre un milione e mezzo di visti per l'ingresso in Italia, mentre si sono contati 4.201 respingimenti alle frontiere e 16.086 rimpatri forzati.
Il Dossier rileva che “nei costosi Centri di identificazione ed espulsione, anche a seguito del protrarsi del trattenimento, sono sempre più ricorrenti le proteste”, inoltre “la cosiddetta tolleranza zero non assicura di per sé l'efficacia auspicata”. Per il Dossier “in Italia l'immigrazione costituisce un rimedio, seppure parziale, al continuo processo di invecchiamento demografico e al basso tasso di fecondità (1,29 per le donne italiane rispetto al 2,13 per quelle straniere).
I lavoratori immigrati sono oltre 2 milioni e costituiscono un decimo della forza lavoro. Ormai questi lavoratori sono determinanti in diversi settori produttivi, soprattutto per la loro siponibilità a ricoprire anche mansioni meno qualificate. Tuttavia il Dossier fa notare che “gli immigrati stanno pagando duramente gli effetti della crisi e sono arrivati ad incidere per un quinto sui disoccupati”.
Gli stranieri garantiscono anche la tenuta del nostro sistema pensionistico grazie ai circa 7 miliardi e mezzo di euro all'anno versati come contributi.
Roberto Zichittella