Cina: uccisi prete e suora

Appartenevano alla Chiesa clandestina della Mongolia Interna, regione di forti tensioni tra cattolici fedeli a Roma e autorità comuniste. Con il Vaticano segnali contrastanti.

07/07/2010
padre Zhang (foto Asia News)
padre Zhang (foto Asia News)

        Un prete e una suora della Chiesa cattolica “clandestina", quella che non è riconosciuta dalle autorità di Pechino, sono stati uccisi a Wuhai, nella provincia cinese della Mongolia Interna. La notizia diffusa dall’agenzia cattolica “Asia news” è stata poi confermata da funzionari della polizia locale che si sono rifiutati tuttavia di fornire dettagli. Si tratta di padre Joseph Zhang Spulai, vicario generale della diocesi clandestina di Ningxa (Mongolia interna) e suor Maria Wei Yanhui. I loro corpi sono stati trovati in un lago di sangue dal personale dell’ospizio cattolico. Secondo fonti cinesi ascoltate da “Asia news” il sacerdote è stato colpito da sette coltellate, mentre la suora da una sola, mortale, al petto. Suor Wei era direttrice della casa di riposo dove abitano 60 anziani. Padre Zhang aveva 55 anni, mentre suor Maria 32 e aveva preso i voti nel 2001. La diocesi “sotterranea” di Ningxa è guidata da monsignor Giuseppe Ma Zhongmu, unico vescovo di etnia mongola in Cina, che vive nella città di Chengchuan.

Nella zona la tensione tra le autorità politiche e i cattolici non riconosciuti da Pechino è sempre stata alta. Si sono registrate in passato aggressioni contro i cattolici, finite spesso a bastonate. Tuttavia in Cina non si sono mai verificate aggressioni che hanno provocato morti in modo violento così clamorose. Vi sono casi, tuttora irrisolti, di vescovi clandestini scomparsi, che potrebbe essere stati uccisi, ma anche incarcerati in prigioni segrete. Ciò che è accaduto a Wuhai è insomma ancora poco chiaro. L’Osservatore Romano di oggi non ne dà notizia, in attesa di informazioni più sicure.

Padre Bernardo Cervellera, direttore di “Asia News”, uno dei massimi esperti sulla situazione dei cattolici in Cina, osserva che è difficile capire ciò che sta accadendo in Cina: “Da una parte le ultime ordinazioni di vescovi in Cina sono state fatte in accordo tra la Santa Sede e le autorità di Pechino. Ma restano funzionari locali del partito che spesso non sono in grado di controllare, o addirittura appoggiano, gli estremisti anticattolici”.  Finora, ripete Cervelliera, non abbiamo informazioni sul contesto in cui sono maturati gli omicidi. I cattolici "clandestini"  sono quelli che non sono iscritti all'Associazione dei Cattolici Patriottici fondata dal governo cinese. I fedeli cinesi iscritti all'Associazione sono circa quattro milioni e si ritiene che i cattolici della Chiesa "clandestina", fedeli a Roma,  siano il doppio. Pechino e il Vaticano non hanno relazioni diplomatiche dal 1951. Da tempo tuttavia, la Santa Sede e Pechino stanno cercando di riprendere i fili del dialogo, in un alto e basso di speranze e delusioni.

Alberto Bobbio
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