18/06/2011
Monsignor Charles Scicluna, promotore di giustizia
Una corso all’università Gregoriana e un corso via internet per aiutare i vescovi e i superiori delle congregazioni religiose ad affrontare meglio il dramma degli abusi sessuali sui minori da parte del clero. Si precisa e si fa più pressante la strategia vaticana nella lotta alla pedofilia. Il corso che vedrà impegnati 200 vescovi di tutto il mondo e capi della congregazioni religiose si svolgerà nel prossimo febbraio nella più prestigiosa tra le università pontificie, la Gregoriana, mentre il corso via internet partirà subito dopo e durerà tre anni. L’annuncio è stato dato a poche settimana dalla diffusione della lettera circolare della Congregazione della dottrina della fede che impone a tutte le Conferenze epiascopali del mondo l’elaborazione di linee guida per affrontare il fenomeno.
Monsignor Charles Scicluna, promotore di giustizia della Congregazione, una sorta di pubblico ministero canonico, capo della tsk force vaticana che si occupa degli abusi, ha spiegato che “il tempo della sottovalutazione del problema è ormai alle nostre spalle”, ma ha ribadito comunque che “l’inerzia e la cultura del silenzio non sono mai una risposta adeguata da parte della Chiesa”. Il rettore della Gregoriana, padre Xavier Dumortier, ha annunciato che la sua università si mette a disposizione per insegnare come intervenire “con rapidità ed efficacia”, ma anche per diffondere in tutta la Chiesa “una cultura dell’ascolto delle vittime” e una pratica “di guarigione dei responsabili”. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha ricordato le esperienze dei Paesi anglosassoni, in particolare quella inglese e quella americana, che avranno un ruolo fondamentale nei corsi, ma ha anche rilevato che ancora non c’è “una riflessione e una documentazione comune sistematica a livello internazionale facilmente condivisibile”. Alla Gregoriana nascerà un Centro di formazione permanente e una database scientifico a cui potranno accedere direttamente tutti i vescovi e i religiosi.
Scicluna ha parlato anche della situazione italiana. Rispondendo ad una domanda dei giornalisti sull'obbligatorietà in Italia della denuncia che vede su posizioni diverse - e in parte opposte - i giudici dei tribunali italiani che la ritengono vigente e gli esperti giuridici consultati dalla Cei che ritengono invece sia sufficiente da parte del vescovo raccomandare caldamente alle vittime e ai familiari di denunciare gli abusi, Scicluna ha risposto: "La nostra indicazione sarebbe di seguire la legislazione compresa la giurisprudenza e con spirito di collaborazione". Un'istruzione gia' contenuta nella Lettera circolare inviata dalla Congregazione vaticana per la dottrina della fede alle conferenze episcopali. I vescovi, per mons. Scicluna, hanno se non l’ “obbligo normativo”, di certo la “responsabilita' morale” di seguire le “pratiche migliori” in campo di protezione dei bambini, anche al di là delle leggi locali”.
Alberto Bobbio