13/02/2013
Poche righe per dire che è «una decisione che ci lascia con l’animo carico di dolore e di rincrescimento; ancora una volta Benedetto XVI ha offerto esempio di profonda libertà interiore». Le parole del cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei e presente al Concistoro al termine del quale Benedetto XVI ha annunciato le sue dimissioni, sono di “profonda gratitudine” e assicurano a Papa Ratzinger «l’affettuosa vicinanza dei Vescovi italiani per l’attenzione costante che ha avuto per il nostro Paese e per la guida sicura e umile con cui ha indirizzato la barca di Pietro”, Il cardinale ha poi voluto anche sottolineare la certezza che il Signore “continua ad essere il nocchiero della Chiesa”.
Immediate le reazioni anche di tutto l’associazionismo cattolico. In particolare l’Azione cattolica, per bocca del presidente Franco Miano e dell’assistente generale monsignor Domenico Sigalini, ha espresso al Papa “immensa gratitudine. Lo abbiamo amato e continueremo ad amarlo, lo abbiamo seguito e seguiremo con altrettanta forza e passione il suo successore. Lo apprezziamo per l’amore che mostra per la Chiesa e per il coraggio della sua decisione”, si legge nel comunicato congiunto. Che ricorda come proprio pochi giorni fa, l’8 febbraio, in occasione della visita ad limina il Papa abbia ripetuto del vescovo di Palestrina il saluto dell’Acr. “Siamo certi”, scrivono Miano e monsignor Sigalini, “che papa Benedetto ci saprà condurre anche in questi ultimi giorni di responsabilità con la sua tenacia, laboriosità, umiltà e intelligenza che lo hanno sempre caratterizzato”.
“Una manifestazione di straordinaria onestà intellettuale”. Così commenta la decisione Gianni Bottalico, presidente delle Acli. Onesta intellettuale e “grande amore per la Chiesa, che è stato il segno di tutto il suo servizio come teologo, come Vescovo e come Pontefice. E di questo fulgido esempio tutti i credenti debbono essergli grati». «Il gesto, di portata storica per la Chiesa Cattolica”, prosegue Bottalico, “in se stesso trova un suo radicamento nello spirito del Concilio Vaticano II, che ha riformato le modalità di esercizio della potestà nella Chiesa riconducendole alla logica apostolica del servizio”.
Annachiara Valle