Quaresima, digiuno dal Gratta e vinci

È quanto propone, in preparazione alla Pasqua, la diocesi di Venezia, che suggerisce un'astensione dalle lotterie. E invita la Regione a impegnarsi contro il gioco d'azzardo.

28/02/2012

 Astenersi dal “Gratta e vinci”, perché il digiuno alimentare non basta più. La Quaresima impone sobrietà e distacco da ogni tipo di iper-consumo. Allora si cominci a "digiunare" da tutte le lotterie e dal gioco d’azzardo in genere. E’ l’invito esplicito che la Chiesa veneziana fa ai suoi fedeli per questa Quaresima.

   Assieme al digiuno dal cibo, la preghiera e la condivisione “per un mondo più giusto”, quest’anno, l’Ufficio diocesano Stili di Vita, Caritas diocesana e altri tre uffici pastorali, propongono l’astensione dal gioco, comportamento per nulla coerente con le esigenze di sobrietà che i tempi c’impongono e causa di indebitamento delle famiglie e di nuova dipendenza (si veda a proposito il servizio uscito sul n.9 di Famiglia Cristiana, dedicato proprio al fenomeno della schiavitù del gioco d’azzardo).   

      Il ragionamento del Patriarcato veneziano è chiaro: “La crisi che stiamo vivendo è un’occasione per rivedere i nostri stili di vita. L’uomo e il suo lavoro e non il profitto devono diventare il centro dell’economia. Un esempio di quanto è stato rovinato e corrotto il rapporto con il denaro: nel 2011 sono stati spesi in Italia 76,4 miliardi nel gioco d’azzardo, oltre il 4% del Pil. Ogni italiano (compresi i neonati) nel 2011 ha speso 1.200 euro nei giochi d’azzardo, e gli ammalati di dipendenza da gioco sono almeno 700 mila persone, il doppio di quanti sono seguiti dai Sert per dipendenza da droghe o alcol”, così si legge nel pieghevole che illustra l’iniziativa della Quaresima 2012, intitolata “Venerdigiuniamo” promossa anche dall’ufficio Missionario, quello per l’Evangelizzazione e la catechesi, e quello per la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Venezia. 

   “Dire il nostro no al gioco d’azzardo è una proposta che ha una chiara valenza politica”, afferma don Gianni Fazzini, direttore dell’Ufficio Stili di vita: “Perché negli ultimi 15 anni i governi hanno favorito e promosso il gioco d’azzardo in ogni modo. Nella stesso tempo, è una seria questione ecclesiale perché il gioco deresponsabilizza la persona, rappresenta una vera e propria forma di materialismo pratico e infine colpisce i più poveri. Se, come Chiesa, vogliamo stare accanto ai deboli dobbiamo lottare contro il gioco d’azzardo che miete vittime proprio tra chi ha meno. Si perde il senso del lavoro per soddisfare il bisogno del pane quotidiano e si punta invece sulla fortuna. Non si conta più allora sulle proprie energie e sull'amore di Dio, ma su una dea bendata. E il risultato è uno svilimento spirituale grossissimo”.

Per questo don Fazzini fa un appello al governatore del Veneto Luca Zaia e all’amministrazione regionale perché s’impegnino concretamente nella lotta al gioco d’azzardo, “magari imitando – precisa - quanto fatto di recente dalla Provincia autonoma di Bolzano che ha vietato l’autorizzazione per l’esercizio di sale da gioco in un raggio di trecento metri da istituti scolastici e centri giovanili”.

    Nei venerdì di Quaresima, molte chiese del Patriarcato di Venezia resteranno aperte all’ora di pranzo per accogliere chi vorrà rinunciare al pasto e dedicare quel tempo alla preghiera, al silenzio e alla meditazione.  “Proponiamo il digiuno in un tempo in cui tutti sognano la crescita - sottolinea ancora don Fazzini: “E' infatti sicuramente importante che l'economia funzioni, ma personalmente dobbiamo essere anche capaci di essere distaccati dal possesso dei beni. ‘Non di solo pane vive l’uomo’, recita il Vangelo”.  

Alberto Laggia
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Postato da santrev il 02/03/2012 18:53

L'invito della diocesi mi pare sacrosanto. Ma vorrei sottolineare peró che non ho ancora sentito nessun monito da parte della chiesa rivolto a quei politici di area cattolica a non votare leggi che favoriscano la diffusione del gioco d'azzardo. Dov'erano i nostri rappresentanti di Comunione e Liberazione, in seno al PDL quando il nostro ex presidente Berlusconi si é fatto una leggina per il Poker on-line a favore di Mondadori, sua azienda? Quando CL organizza il meeting di Rimini, questi politici sempre presenti, parlano di questi problemi ai giovani? Evidentemente no!

Postato da DOR1955 il 28/02/2012 10:37

Proposta moralmente ineccepibile. Obiettivo parzialmente giusto. Se da un lato l'invito a "digiunare" da lotterie, gratta e vinci, e più in particolare dai giochi d'azzardo veri e propri è un impegno che un "buon Cristiano" dovrebbe cercare di fare, dall'altro è una ulteriore "umiliazione" per tutte quelle persone che, spendendo pochi Euro a settimana, provano a risolvere i propri problemi economici. Infatti, esclusi i malati da gioco, i ricchi che "giocano" solo per divertirsi e altri "drogati" dalla febbre del gioco, la maggioranza di chi lo fa è costituito da persone che, sempre più spesso, hanno difficoltà a raggiungere il fine mese con lo stipendio che hanno oltre a coloro, e sono "MILIONI" che proprio un lavoro non ce l'hanno. Io penso, e qui sta il vero problema, e non non i due o tre Euro che si spende per una schedina o per un gratta e vinci, che se le persone avessero un lavoro dignitoso e pagato onestamente non ricorrerebbero al "gioco" (bisogna fare dei distinguo ben precisi) per provare a uscire dai loro problemi. E' allora il governo, questo come tutti quelli degli ultimi 15-20 anni che hanno incentivato i giochi nelle loro varie forse, il vero responsabile di questo fenomeno "negativo". E, mi dispiace ripeterlo per l'ennesima volta; governo e governi passati composti da sedicenti cattolici. Ipocrisia pura (anzi, commedianti). Se un segno di sobrietà deve essere dato questo deve essere fato in primis da parte di chi ci governa; non si può pretendere di essere "credibili" quando giustifichi i milioni di Euro che incassi all'anno con "io sono brava e pago anche tutte le tasse". Questa è una offesa verso coloro che non hanno lavoro, ma peggio ancora non hanno NESSUNA SPERANZA di trovarne uno, siano essi giovani o peggio ancora persone con famigliari a carico. E mi dispiace che il Patriarcato di Venezia voglia colpevolizzare, nel nome di Dio, indistintamente tutti quelli che si "macchiano" del peccato di comperare un gratta e vinci. Vorrei che quel Patriarcato, ma sopratutto la Chiesa nel suo insieme, gridasse forte il suo sdegno verso l'iniquità di questa società, dove pochi privilegiati hanno la maggioranza delle ricchezze. Ma la chiesa, anzi, troppi uomini di chiesa (quella degli uomini e non quella di Dio che farebbe diversamente) non pratica quanto sta scritto nel Vangelo. Forse un profondo "esame di coscienza" farebbe bene alla chiesa e così potrebbe diventare la vera CHIESA DI DIO!.

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