11/08/2011
La cappella della Domus Galilææ
E' certamente una delle cosa da vedere per chi si reca in Terra Santa, terra dove vige una sorta di pace armata tra nazionalità, religioni e confessioni (cristiane). Una terra assetata di pace, di dialogo ma avvolta da un’atmosfera tesa, pronta a scoppiare alla prima scintilla. I cristiani in Terra Santa possono fare molto e già da tempo, senza tanti proclami, si sono mossi. È il caso della Domus Galilææ, una delle realtà che maggiormente si pone in quei luoghi come strumento e luogo privilegiato di dialogo.
La Domus Galilææ è di una struttura di accoglienza per pellegrini e ricercatori di Dio costruita dalle comunità del Cammino Neocatecumenale e completata definitivamente nel 2005 con l’inaugurazione della biblioteca, dove si conserva, oltre a centinaia di volumi di teologia, spiritualità e Sacra Scrittura, anche un rotolo originale della Torah, lo stesso che viene conservato e letto ogni sabato nelle sinagoghe di tutto il mondo. La Domus Galilææ riceve ogni anno oltre 100mila visitatori, la stragrande maggioranza dei quali sono, incredibile a dirsi, di origine ebraica.
La Domus, concepita come un’oasi di spiritualità, è un luogo privilegiato dove seminaristi, sacerdoti, semplici cristiani possano entrare in contatto con la tradizione vivente di Israele, con le ricchissime fonti ebraiche – le feste, le liturgie, le preghiere – che hanno informato la vita stessa di Gesù e dei redattori del Nuovo Testamento. Una strada per accedere al mistero di Cristo in un luogo, il Monte delle Beatitudini sulle rive del lago di Genesareth, che per i cristiani è estremamente significativo. Così lo hanno concepito Kiko Argüello e Carmen Hernandez, gli iniziatori del Cammino: «Leggere il Vangelo alla luce della tradizione e delle Liturgie ebraiche aiuta a capire il mistero di questo popolo, che non dimostra l'esistenza di Dio, ma, come testimone vivente, ne proclama la presenza lungo tutta la storia».
Il progetto della Domus Galilææ nasce negli anni '80 su proposta della Custodia di Terra Santa e sarà Papa Wojtyla, in occasione del suo viaggio in Israele per il Grande Giubileo del 2000 (il 24 marzo di quell'anno), a inaugurare la struttura non ancora completata. Il Patriarca latino di Gerusalemme Sabah così si esprimeva durante la celebrazione per la posa della prima pietra: «Beati i puri di cuore perché vedranno Dio. Vedere Dio! Allora si vedrà la verità delle sue creature e si vedrà la pace di Dio che sola può essere la pace degli uomini... Fratelli e sorelle, preghiamo perché questa nuova casa sia veramente un luogo di incontro dove si vincono tutti i dubbi e dove si aiuta il pellegrino a vedere Dio e a godere della Sua pace. Questo lo auguriamo per tutti coloro che vi verranno per conoscere Gesù e per farlo conoscere». La Domus Galilææ, un ponte lanciato tra due religioni – Cristianesimo ed Ebraismo – che necessitano di luoghi franchi per conoscersi, prima che per parlarsi.
Stefano Stimamiglio