29/10/2012
Foto Reuters. La fotografia di copertina, invece, è dell'agenzia Ansa.
Regolare i flussi ma senza blindare le frontiere. Nel messaggio per la giornata mondiale dei migranti che si celebrerà il prossimo 13 gennaio, Benedetto XVI ha voluto ribadire che il “diritto della persona a emigrare" ricordato dal Concilio Vaticano II e “iscritto tra i diritti umani fondamentali” deve essere tutelato. Ciascuno, scrive il Papa nel testo reso noto oggi deve potersi “stabilire dove crede più opportuno per una migliore realizzazione delle sue capacità e aspirazioni e dei suoi progetti”. E se gli Stati hanno diritto di “regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune”, devono però sempre assicurare “il rispetto della dignità di ogni persona umana”. Ogni Stato ha il diritto di regolare i flussi migratori e di attuare politiche dettate dalle esigenze generali del bene comune, assicurando sempre il rispetto della dignità di ogni persona umana".
Il Papa ricorda che non solo si ha diritto a emigrare, ma si diritto anche a non farlo. “Va riaffermato”, dice Benedetto XVI, “il diritto a essere in condizione di rimanere nella propria terra”. “Diritto primario dell’uomo”, ha continuato Ratzinger, facendo sue le stesse parole usate nel 1988 da Giovanni Paolo II nel suo discorso in occasione del Congresso mondiale delle migrazioni, “è quello a vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione”. Presentando il messaggio il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio consiglio per i migranti e gli itineranti, ha ricordato che “nel 2010 il numero dei migranti internazionali nel mondo è stato stimato a circa 214 milioni persone, in aumento rispetto ai 191 milioni del 2005. Inoltre se si stima che il numero dei migranti interni è pari a 740 milioni persone, questo significa che circa un miliardo di esseri umani (cioè, un settimo della popolazione globale) è costituita da migranti”. Un fenomeno che, dice ancora Benedetto XVI, è “conseguenza di precarietà economica, di mancanza dei beni essenziali, di calamità naturali, di guerre e disordini sociali". “La Chiesa e le varie realtà che ad essa si ispirano sono chiamate nei confronti di migranti e rifugiati, a evitare il rischio del mero assistenzialismo, per favorire l’autentica integrazione, in una società dove tutti siano membri attivi e responsabili ciascuno del benessere dell’altro, generosi nell’assicurare apporti originali, con pieno diritto di cittadinanza e partecipazione ai medesimi diritti e doveri”. ù
Il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti.
Duro monito anche per la questione dell’immigrazione irregolare in
cui il Papa configura “come traffico e sfruttamento di persone, con
maggior rischio per donne e bambini”. Per il Papa si tratta di
“misfatti che vanno decisamente condannati e puniti, mentre una gestione
regolata dei flussi migratori, che non si riduca alla chiusura ermetica
delle frontiere, all’inasprimento delle sanzioni contro gli irregolari e
all’adozione di misure che dovrebbero scoraggiare nuovi ingressi,
potrebbe almeno limitare per molti migranti i pericoli di cadere vittime
dei citati traffici”.
Nel corso della conferenza stampa il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, ha voluto anche
sottolineare che “il maggior numero di migranti negli ultimi anni sono
stati accolti da Stati Uniti d'America, Federazione Russa, Germania,
Arabia Saudita, Canada, Francia, Regno Unito, Spagna, India e Ucraina.
Negli Stati Uniti i migranti rappresentano il 13,5 per cento della
popolazione nazionale e, tra questi, ben 32 milioni sono cristiani, in
maggioranza provenienti dal Messico”. Numeri, dice il cardinale, che
“mostrano le potenziali risorse religiose che portano con sé i migranti
e, allo stesso tempo, rivelano le aspettative che essi nutrono nei
confronti delle comunità cristiane che li accolgono”.
Annachiara Valle