09/09/2011
Il teologo Bruno Forte, arcivescovo di Chieti.
Il «pane del cammino» è stata la definizione dell’Eucaristia su cui il Congresso di Ancona ha riflettuto nella giornata dedicata all’ambito della tradizione, secondo la riproposizione dello schema utilizzato nel Convegno ecclesiale di Verona. La Chiesa, infatti, «non è soltanto dottrina, messaggio filosofico, ma tradizione e memoria vivente di ciò che Gesù è stato quale Figlio di Dio e Padre degli apostoli», si legge nella sintesi programmatica degli incontri.
Nella densa relazione di monsignor Bruno Forte è stata messa in luce proprio «l’indole escatologica» dell’Eucaristia, la sua apertura verso l’eternità. Nell’evento eucaristico, ha spiegato l’arcivescovo di Chieti, «il "già" è presente in pienezza per far crescere i credenti verso il “non ancora”; anzi il “non ancora” della gloria diventa sempre più il “già” della storia. L’eucaristia è perciò veramente il sacramento della speranza ecclesiale».
Sempre nella fiera di Ancona, monsignor Luciano Monari ha sottolineato che l’Eucaristia «è tutto quello che porta nel mondo una forza di amore e solidarietà, in modo che il Risorto sia concretamente presente e operante nel mondo d’oggi». Con un riferimento all’attualità, l’arcivescovo di Brescia ha spiegato che «anche il politico porta il corpo di Cristo se edifica nel mondo delle strutture ispirate al mistero di Dio come ci è stato rivelato in Gesù Cristo, cioè all’amore oblativo e al perdono».
Intervenendo nell’appuntamento al teatro La Fenice di Senigallia, il professor Marco Vergottini si è soffermato sulle tre svolte originate dall’Eucaristia: «Il passaggio dal risentimento alla lode (con la spinta a interpretare la vita come una lieta restituzione), dall’intimismo alla comunione (nell’atteggiamento di chi si sente debitore verso tutti), dalla violenza alla dedizione (in modo che quanti non credono possano lasciarsi interrogare sulla verità del Vangelo)».
Nel Palazzetto dello sport di Jesi, don Giuseppe Ruta, direttore dell’Istituto salesiano a Catania, ha raccontato l’esperienza delle Confraternite come luogo vivo della tradizione del Mistero eucaristico, ma anche come spazio dove sperimentare la riconciliazione e la pace. E la processione eucaristica che si è snodata nel pomeriggio ad Ancona ne è stata una viva testimonianza. Un cammino processionale, ha sottolineato l’arcivescovo Piero Marini, presidente del Pontificio comitato per i Congressi eucaristici internazionali, che mostra come «nel cammino della vita non siamo soli, non vaghiamo senza meta: il Figlio divino nato da Maria si è fatto a noi vicino, è diventato nostro compagno di viaggio».
Saverio Gaeta