10/09/2011
Il pubblico durante uno degli incontri al Congresso eucaristico di Ancona.
«Insieme»: ripetendo più volte questa parola durante l’omelia nella cattedrale di Ancona, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha lanciato un messaggio e un appello «ai cattolici che vogliono continuare o che si affacciano al servizio della città». La giornata di riflessione del Congresso eucaristico è stata infatti all’insegna della “cittadinanza”, secondo la definizione di Verona 2005, con il titolo «Eucaristia, luce per la città».
Tre le significative sottolineature dell’arcivescovo di Genova. Insieme «si percorrono le vie del servizio se non si vuole essere velleitari, ancorché generosi», «senza avventure solitarie, per essere significativi ed efficaci», «secondo le forme storicamente possibili, con realismo e senza ingenuità o illusioni, facendo tesoro degli insegnamenti della storia». In questo itinerario, le fonti devono essere l’Eucaristia, «luce che ispira visioni ampie e lungimiranti, antidoto contro tentazioni di potere, linfa per guardare avanti con fiducia e coraggio», e la Dottrina sociale della Chiesa, «patrimonio provvidenziale e insuperabile».
Sul senso dell’appartenenza alla comunità e della condizione di cittadini si sono soffermati, nell’approfondimento svolto nella Fiera di Ancona, il professor Lorenzo Ornaghi, rettore dell’Università cattolica del Sacro Cuore, e il presidente del Forum delle associazioni familiari Francesco Belletti. Per Ornaghi è oggi in crisi di identità il concetto comunitario, come dimostrano le difficoltà in cui si trova l’Europa dove «sembrano essere messe in discussione tutte le dimensioni della cittadinanza». Dinanzi a questo scenario, il suggerimento di Belletti: «Restituire alla cittadinanza una vocazione alla responsabilità, facendo prevalere il bene comune sulle tentazioni di corporativismo».
Nella sede congressuale di Osimo si è invece svolto l’incontro delle realtà di volontariato e di condivisione, all’insegna dell’immagine dell’Eucaristia come «fonte per l’accoglienza». Il vescovo Giuseppe Merisi, presidente della Caritas italiana, ha invitato tutti a «coniugare sussidiarietà e solidarietà, perché è necessario l’impegno di tutte le realtà della società civile che devono imparare a fare rete per rendere la loro azione e la testimonianza più significative».
Saverio Gaeta